di SERGIO COSTANZO*
Tra proteste da parte dei soggetti attuatori (associazioni, aziende e cooperative del settore ambulanze) e l’Asp di Catanzaro il pagamento da parte dell’ente sanitario dei rimborsi dovuti per legge è diventato impellente e non più procrastinabile perché a rimetterci sono sempre i cittadini più deboli, in questo casi i dializzati.
La vicenda dei mancati rimborsi non è nuova. Si trascina da anni perché mai nessuno, a livello istituzionale, ha inteso affrontare adeguatamente il problema, garantendo il pagamento delle prestazioni effettuate in tempi ragionevoli.
Le difficoltà dei soggetti attuatori, dovute al mancato rimborso, sono davvero reali, soprattutto in un momento come questo con il costo del carburante e delle procedure anti-Covid lievitati a dismisura.
Ecco perché alla politica sana (esiste?) e agli amministratori lungimiranti chiedo di definire la problematica una volta per tutte, visto che trattasi di prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale.
Il trasporto dei dializzati rientra, infatti, tra i L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza Sanitari) approvati nel 2017 in quanto ritenuto parte della terapia salvavita per i pazienti con insufficienza renale, cronica costretti a sottoporsi tre giorni alla settimana alla dialisi nei centri ospedalieri e territoriali.
La disciplina del trasporto dialisi spetta alle regioni che elaborano linee guida da applicarsi in maniera uniforme su tutto il territorio regionale.
Le ASP, quindi anche l’Asp di Catanzaro, sono perciò protagoniste dell'attuazione di tali linee guida e in genere - non avendo personale e mezzi adeguati - si servono di associazioni che svolgono il servizio, associazioni che devono essere, giustamente, rimborsate in tempi ragionevoli perché anticipano direttamente i relativi costi.
Il rimborso è pari ad 1/5 del costo della benzina per ogni chilometro percorso per il viaggio di andata e ritorno dal domicilio del paziente al centro dialisi.
In Calabria, purtroppo, (anche in questo siamo ultimi) mancano le linee guida che disciplinano questo servizio e, pertanto, ogni Azienda Sanitaria si determina in maniera autonoma, con tutto quel che ne consegue. I rimborsi variano da provincia a provincia e ogni Asp paga secondo propri accordi con le associazioni del territorio.
Da qui le criticità che periodicamente investono il settore trasporto dializzati a scapito dei pazienti.
È il caso di ricordare che qualche anno fa l'ANED Calabria (Associazione Nazionale Emodializzati) aveva presentato alla Regione delle linee guida per la disciplina del settore, con una articolata proposta dell’ex segretario regionale dott. Antonio Montuoro, proposta che, nonostante l’entusiasmo iniziale di tutti i soggetti pubblici, è rimasta lettera morta.
Insomma, i dializzati in questa regione non hanno voce. E il rimborso delle spese dovute alle associazioni per il trasporto dei pazienti dal loro domicilio ai centri di dialisi possono anche attendere. Una situazione che non può essere più tollerata e per la quale chiedo l’immediato intervento risolutivo del presidente della Giunta regionale e del Dipartimento “Tutela della salute e servizi socio-sanitari”.
*consigliere comunale e provinciale di Catanzaro
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