di ALFREDO SERRAO *
Cultura e tradizioni sono i due elementi che caratterizzano una comunità, sono la moltiplicazione futura di quei valori che ci sono stati insegnati, ma sono in particolare il discrimine autentico di una civiltà che non può essere a tutti i costi per un vincolo di modernità, distratta, superficiale e dal respiro troppo corto.
La pandemia Covid non ancora risolta, ci ha insegnato e fatto misurare singolarmente il valore della socialità mancata e di quel vincolo di fratellanza e di comunità, fatto di piccole cose dimenticate superficialmente nel vortice di una quotidianità troppo spinta.
Oggi, sia pure nel rispetto delle normative Covid, riteniamo sia doveroso rivolgere un grazie all’Arcidiocesi di Catanzaro ed al nostro vescovo Mons. Bertolone per aver pensato ed immaginato una nuova formula per i prossimi festeggiamenti del Santo patrono, perché torni ad essere momento di unione e perché possa consentire ai tanti catanzaresi di celebrare la devozione a San Vitaliano.
In questa festa dal valore religioso e della tradizione cristiana, così come programmato c’è un aspetto che pure essendo laico, ci porta a riflettere sulle emarginazioni che la società determina e sul valore degli ultimi e della sofferenza, quella che giustamente Mons. Bertolone individua nella malattia presente negli ospedali e nella sofferenza che si incrocia nei penitenziari, rappresentata dalla limitazione della libertà. C’è un'altra sofferenza ed un'altra emarginazione a Catanzaro che taglia trasversalmente la città rappresentata non solo dai cosiddetti quartieri a rischio, ma da un intero tessuto urbano e sociale frammentato ed a macchia di leopardo, dove il disagio amplificato anche dal Covid, diventa una costante di grande preoccupazione.
Ecco che le operazioni di welfare messe in campo dalle tante associazioni ed anche da quella chiesa di frontiera, come l’azione di don Giorgio Pilò e di don Biagio Amato (già presidente di Fondazione Betania) nel quartiere Pistoia, ci dovrebbero indurre ad una riflessione, quella che purtroppo e da troppo tempo sfugge all’Amministrazione municipale, distratta e disattenta anche sulla nuova formula delle celebrazioni per San Vitaliano, perché troppo impegnata nel Risiko delle prossime elezioni regionali e comunali.
Ci gratifica nonostante tutto il pensare e constatare che ancora esiste una scossa nella società catanzarese, che non tutto è perduto e che ancora qualcuno cerca di ricucire, sia pure a maglie larghe, una città strappata territorialmente e in particolare socialmente.
* presidente Associazione I QUARTIERI
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