Si è concluso oggi a Catanzaro il progetto portato avanti dagli studenti dell'Accademia delle belle arti, seminario diviso in dodici appuntamenti con obiettivo l'approfondimento e formazione agli studenti.
Il workshop dal titolo “Art Talks” è stato un ciclo di appuntamenti costruito attraverso un lavoro condiviso tra i docenti dell’Accademia e con l’importante partecipazione dei rappresentanti degli studenti in seno al Consiglio di Dipartimento, Ilaria Notaro e Leopoldo Maggiorini. La conclusione alla quale abbiamo assistito oggi proprio presso L'Aula Magna dell'Accademia ha avuto come sfondo una tematica viva nella nostra attuale società, in particolar modo al sud Italia: rimanere o andare via, una tematica che affligge ormai da molti decenni le nostre regioni e che mette a dura prova sia il futuro del territorio ma, in maggior modo, il dilemma che i nostri giovani devono affrontare.
A condurre la sessione è Vito Teti, insegnante di Etnologia e Letterature Popolari presso l’Università della Calabria, dove dirige il “Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo” presso il Dipartimento di Filologia, ed è Presidente del corso di Laurea in Lettere che con intenso coinvolgimento al progetto racconta la sua propria esperienza di emigrazione dalla sua terra natia per poter conseguire gli obiettivi professionali la quale ha raggiunto. La persistenza del dilemma che attanaglia da sempre le fasce di età post scuola è persistente, ma negli ultimi decenni sta avendo sempre più peso nei piccoli comuni che non dispongono di mezzi consistenti per dare la speranza nel territorio per i giovani, che sempre più numerosi preferiscono emigrare più tosto che rimanere. Tematica sofferente considerato che non è così "semplice" come si possa pensare cambiare completamente città e catapultarsi in realtà sconosciute, che spesso fanno timore, ma che alla fine, malgrado il rammarico del dover lasciare affetti e quotidianità, diventa l'unica soluzione per poter raggiungere quel che si può definire progresso personale.
Il paragone, sottile ma non troppo, che stamattina è trapelato è stato quello con l'importantissima opera di Omero "L'Odissea", che, in chiave di lettura trasversale, può perfettamente esprimere il percorso che i nostri ragazzi sono quasi obbligati a percorrere.
La speranza che sta emergendo sempre più concreta è quella di cambiare questa prospettiva, potendo fornire gli adeguati mezzi per rimanere nella propria terra, non privandola di quelli che sono i cervelli ed animi che potrebbe garantire il futuro della nostra regione.
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