“Demolire la Maddalena, un ex convento del 1560 rappresenta un oltraggio proprio a quella che dovrebbe rappresentare una presa di coscienza degli errori del passato, ma si persevera e noi, cercheremo di opporci all’ennesima costruzione di un manufatto decontestualizzato nel nostro bellissimo ma sfortunato centro storico”. Lo afferma Stefano Veraldi.
“Secondo Abramo non esiste un unicum identificabile con il Complesso Conventuale della Maddalena perché il monastero, disgiunto dalla chiesa e da parte dello stesso monastero, è stato completamente demolito dopo il terremoto del 1908 costruendovi al suo posto una scuola. E quindi demoliamo la scuola, che non ha nessun valore storico artistico, per fabbricare case per civile abitazione. Oggi la fotografia della città, visibile a tutti si presenta con cancelli divelti, inferriate squarciate, erba incolta, alberi sfregiati, panchine abbattute, giochi per bambini rovinati, parchi giochi chiusi e inibiti, Bellavista che dovrebbe essere la cartolina d’ingresso nel salotto della città abbandonata al suo destino, l’ascensore panoramico fermo continuamente con le quattro frecce, il parco di Villa Margherita, in pieno centro, che ha visto giocare e crescere tante generazioni di catanzaresi sfregiato e devastato, stessa sorte, perché al sindaco piace essere coerente, tocca all’ingresso della funicolare di Piazza Roma, degrado e abbandono, le periferie dimenticate, Viale Isonzo e Aranceto ghettizzati, mancanza di una stazione ferroviaria, accesso alle vie complanari del centro storico inaccessibili agli anziani per la presenza di gradini alti oltre 30 cm, mancanza di rampe per disabili, sistemi ettometrici Gasometro fermi a una colata di cemento armato, come una cattedrale nel deserto, Parcheggio Multipiano Politeama dimostrazione plastica di sperpero di denaro pubblico, PSC e piano commerciale.
L’elenco è davvero lungo. E’ sconfortante.
Ci troviamo di fronte a una città che negli anni è stata aggredita dalla più selvaggia speculazione edilizia ed urbanistica, sono stati distrutti i corsi d’acqua, smantellata ogni forma di verde, pietrificata, sventrata.
Una città ridotta alla asfittica e scadente vita d’uffici che lentamente stanno sparendo per favorire sempre gli amici degli amici”,‘scrive Veraldi.
“E’ giusto che Catanzaro cominci il rinascimento della civiltà e della cultura, e alla regola del favore si sostituisca il diritto del cittadino.
Ma giustamente, lei, caro sindaco non sa niente, impegnato nella campagna acquisti di consiglieri e liste che, fino a ieri a suo dire le tenevano le mani “legate” fregandosene della coerenza (da latino cohaerens, che significa unito, che non è in contraddizione) che giustamente lei, non sa, essere importante per la società umana.
Lei, quello degli 81 cantieri in città, che si riproponeva nel 2017 con altro aggettivo “la città che cambia volto”, lei, quello che nel 2017 rimproverava chi l’accusava della lentezza dei lavori della scuola Mazzini chiamandolo falso, lei che aveva l’obiettivo di mettere a regime tutte le scuole cittadine tramite finanziamenti, lei che sta negando alla città il diritto allo studio con l’abbattimento definitivo anche della Maddalena, spregiando ancor di più un centro storico di cui lei è autore di un omicidio premeditato, lei quello del tutto apposto e la mia porta è sempre aperta! Ma finalmente non la rivedremo mai più e ai prossimi amministratori spetta l’obiettivo di rilanciare “i segni distintivi” architettonico-urbanistici ed economico-culturali.
Fuori da questa visione, mi vengono i brividi”, conclude Veraldi.
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