Catanzaro. Stefano Veraldi: "I Giardini di San Leonardo, e non solo, vanno ridefiniti nella manutenzione perché esiste un limite all’indecenza"

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images Catanzaro. Stefano Veraldi: "I Giardini di San Leonardo, e non solo, vanno ridefiniti nella manutenzione perché esiste un limite all’indecenza"

  23 giugno 2021 07:35

di STEFANO VERALDI

Nel lontano Dicembre dell’anno 2019 a seguito della mia denuncia che segnalava un altro disastro tecnico amministrativo del Comune di Catanzaro e della gestione farlocca dell’Ufficio Acquedotto con riparazioni non adatte al contesto storico e artistico del centro storico del capoluogo o di altre zone della città, il settore Gestione del territorio del Comune aveva precisato che iI cemento momentaneamente posizionato sulla piazza riqualificata dei Giardini di San Leonardo "è stato utilizzato per tutelare la pubblica incolumità ed evitare, pertanto, che lo scavo eseguito per una riparazione della condotta idrica causasse danni a persone o cose". L’impresa incaricata, segue nella replica pare avesse già avviato le procedure finalizzate all’acquisto della pavimentazione più adatta a ripristinare in maniera definitiva, e in perfetta continuità con il resto della piazza, l’area interessata dai lavori.

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Giugno 2020, esattamente sei mesi dopo, l’area dei Giardini di San Leonardo è rimasta tale e quale. Che fine abbia fatto questa procedura da parte dell’Ufficio Acquedotti resta un mistero irrisolto come nei romanzi di Agatha Christie. Fatto sta che l’amministrazione comunale non riesce a imporre agli operai, alle imprese che le gravitano intorno, e ai dirigenti dei settori preposti di non utilizzare una manciata di cemento? Chi controlla i controllori? Cosicché invece di risistemare, causano solamente danni alla pavimentazione.
Le strade di Catanzaro ridotte a una trincea di avvallamenti e dislivelli. 

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Le toppe di asfalto e cemento sistemate con poca cura al termine degli interventi alle tubature, diventano anche pericolose trappole per i motociclisti. Lo scenario è sempre identico, dal centro alla periferia.  E allora i cittadini protestano, io protesto con loro.  Imprechiamo contro le imprese che inseguono il risparmio e ricoprono gli scavi con una manciata di bitume o cemento, invece di ristabilire lo status quo ante. 

Capisco che vi sia stato il tempo dei maestri, di chi conosceva pienamente l’arte del bello, o di chi conosceva l’arte del governo, la possedeva ed era capace di passarla agli altri.  Non era solo entusiasmo o passione, era dovere civile di partecipazione. 
Poi tutto è cambiato, è arrivato il tempo dei cattivi maestri, non stupidi, non sprovveduti, anzi. Cresciuti all’ombra dei padri mentori, si sono lasciati sedurre dal potere per il potere,  abbandonando l’arte del bello e l’amore verso la cosa pubblica, ma,  in considerazione del fatto che si tratta di soldi pubblici e che delle “furbate” la città ne ha le scatole piene, i Giardini di San Leonardo, e non solo, vanno ridefiniti nella manutenzione perché esiste un limite all’indecenza.

 

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