"L’Aranceto, come gli altri quartieri periferici, non deve essere letto come entità a sè stante, isolata dal contesto cittadino ma come esempio del grave degrado e della grave problematicità della Città intera. L’Aranceto è un quartiere lasciato a se stesso, dove le problematiche delle grandi periferie, al di là dell’emergenza coronavirus che ha aggravato la situazione, restano irrisolte: dalla sicurezza, alle tensioni create dalle accentuate disuguaglianze economiche e sociali, al degrado urbano, alla disoccupazione, in particolare quella giovanile. La politica, nonostante gli slogan, è lontana e non supporta sufficientemente la società civile, le famiglie e le persone".
Lo scrive Stefano Veraldi.
"Tutti gli interventi di amministrazione attiva e di governo del territorio, che sono la prima e più importante prevenzione contro il degrado e la criminalità, sono pressoché inesistenti. Il sentimento di solitudine e di abbandono che colpisce il Quartiere e i suoi abitanti non è degno di un Paese civile, e non si può pensare che nel controllo e governo del Territorio esistano zone d’ombra o zone franche, dove amministrare sia opzionale. Lo spazzamento viene effettuato saltuariamente e in maniera insufficiente. Il diserbo, nell’area, non esiste se non con interventi sporadici, senza entrare nei punti più disagiati e accidentati".
"Esiste, inoltre, anche una Convenzione tra Comune e ATERP (risalente al 2001), con la quale il Comune assume la gestione e manutenzione sia ordinaria che straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria realizzate dall’ATERP. Il Comune, però, non adempie a gestione e manutenzione delle opere di urbanizzazione primaria sopracitate, e quando i cittadini chiedono interventi si assiste a continui rimbalzi di responsabilità con l’ATERP. Il grido di allarme che viene dal Quartiere Aranceto, ma da tanti altri Quartieri periferici, non può essere ignorato, e strumentalizzato soltanto in occasione di scadenze elettorali. Una città degna di questo nome deve entrare nella profondità del proprio disagio e dei propri problemi, che crescono e diventano sempre più grandi e drammatici per tanta gente".
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