Oggi alle 18 Boto Cissokho con i canti dall’Africa dell’Ovest
18 settembre 2020 12:09L’artista iraniana Farzaneh Joorabchi, con “Leyla e Majnun: canti e cunti della Persia antica”, ha emozionato il pubblico della seconda giornata di Cuore Cantastorie – il Festival nazionale dei cantastorie in corso al Complesso Monumentale San Giovanni, che animerà la città di Catanzaro fino a domani – accompagnando il suo canto con il Setar, il liuto antico persiano a quattro corde. Allieva del maestro Mahammad Reza Lotfi, Farzaneh Joorabchi svolge concerti, seminari in Europa, in Nord Africa e negli Stati Uniti su Musica Antica Persiana e Laboratori su Canto e Guarigione nell’Antica Persia; ha svolto per diversi anni un’intensa attività concertistica con il complesso “Al Qantarah” presentando l’influenza della musica orientale nella musica siciliana medioevale, incidendo l’album “Abballati Abballati” (Fonè, 1999).
I presenti all'esibizione di Farzaneh Joorabchi
«È stato un onore averla come ospite della prima edizione di Cuore Cantastorie – commenta la direttora artistica Francesca Prestia – La sua musica, la sua voce e le tradizioni del suo paese meravigliosamente raccontate sono per noi occasioni imperdibili di conoscenza e confronto culturale, un bellissimo spiraglio artistico che se accolto e coltivato senza pregiudizi può influire anche su molti aspetti nodali della nostra società». «Nel ringraziare il pubblico numerosissimo, mi scuso con chi purtroppo ieri non ha potuto partecipare al workshop a causa dell’assenza di posti disponibili – aggiunge Francesca Prestia – Il rispetto delle norme anti-covid ci impone di limitare il numero dei posti in sala, pertanto invito chi volesse partecipare ai prossimi incontri di inviare una mail alla segreteria del Festival (info@cuorecantastorie.it) e di presentarsi almeno 15 minuti prima dell’inizio degli spettacoli che, ricordo, vengono sempre trasmessi in diretta streaming sulla pagina Facebook “Cuore Cantastorie”".
Nella giornata di oggi alle ore 18 si terrà il workshop “Mali sadjo: cunti e canti dall’Africa dell’ovest” con Boto Cissokho. Domani alle ore 17 si terrà il convegno “CUORE CANTASTORIE e l’A.I.C.A.” (Associazione Italiana Cantastorie Ambulanti) con Edda “Dedi” De Antiquis (presidente A.I.C.A.), l’etnologo Gian Paolo Borghi, Tiziana Oppizzi e Claudio Piccoli (rivista “Il cantastorie online”), ospite speciale Otello Profazio; modererà l’incontro la giornalista Chiara Fera. Alle ore 22, presso il Terrazzo del Complesso Monumentale San Giovanni, gli artisti Otello Profazio, Francesca Prestìa, Lisetta Luchini e Rita Botto chiuderanno la prima edizione del Festival con un concerto di musica live.
Per tutta la durata del Festival, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, si potrà visitare l’esposizione video-fotografica temporanea “I fogli volanti e i dischi dei cantastorie tra Otto e Novecento” – ideata e curata dal prof. Gian Paolo Borghi, noto studioso di tradizioni popolari, etnologo e referente scientifico di diversi musei e archivi emiliani, lombardi e veneti. La mostra parte dal primo foglio volante – che narra dell’esecuzione di Felice Orsini e Andrea Pieri, eseguita a Parigi il 13 marzo 1858, per aver attentato alla vita dell’imperatore francese Napoleone III – per arrivare ai giorni nostri, attraverso un percorso suddiviso in 12 sezioni: Tra Ottocento e Novecento: la storia cantata; Il repertorio satirico-umoristico tra Otto e novecento; I drammi e le tragedie; Brigantaggio e cantastorie: il caso di Peppi Musulinu; Dieci canzoni amorose; I cantastorie e la Grande Guerra; La religiosità popolare; Il ciclismo e i suoi miti; Musica leggera e cantastorie tra le due guerre: i canzonieri; I cantastorie nel secondo dopoguerra: i nuovi canzonieri e la nascita dell’A.I.C.A.; Sorrisi e canzoni e gli ultimi canzonieri; Dal foglio volante al disco. Oltre all’esposizione dei fogli volanti e dei dischi, in una sala espositiva, opportunamente predisposta, sono proiettati alcuni video storici riguardanti la figura dei cantastorie; una sala espositiva è dedicata interamente al cantastorie calabrese Otello Profazio, che gentilmente ha messo a disposizione oggetti personali per raccontarsi e farsi raccontare.
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