di FILIPPO COPPOLETTA
Al Ceravolo è andata in scena una partita che, almeno nei numeri, conferma un avvio in salita per il Catanzaro: terzo pareggio consecutivo, questa volta contro la neopromossa Carrarese, in una sfida terminata 1-1 e che lascia ancora aperti interrogativi sulla reale dimensione della squadra giallorossa.
In sala stampa, Alberto Aquilani ha offerto la sua personale lettura di un match dai due volti. Il tecnico non ha condiviso l’analisi del collega Calabro, sottolineando come il primo tempo sia stato caratterizzato da errori e apatia, mentre la ripresa abbia mostrato la qualità individuale necessaria per raddrizzare la gara. "Nel secondo tempo – ha detto – siamo cresciuti, sono usciti fuori i valori dei singoli e abbiamo fatto bene. Spero che da lì si possa ripartire".
Aquilani ha riconosciuto i limiti mostrati dai suoi, parlando di "un campionato difficile, dove anche le squadre considerate meno blasonate hanno qualità e mettono in difficoltà chiunque", ribadendo che l’atteggiamento dovrà essere diverso: più ritmo, più coraggio, meno errori figli della passività.
Ma il momento più acceso della conferenza non è stato tanto l’analisi tattica, quanto il botta e risposta con i giornalisti sulla mancata presenza in campo di Liberali. Sollecitato con insistenza sull’argomento, Aquilani ha difeso con decisione le proprie scelte, invitando la stampa a considerare il contesto più ampio. "Abbiamo trenta giocatori, ma in campo ne vanno solo undici – ha rimarcato – e se iniziamo il giochino su chi deve giocare o meno, non ne usciamo più. Non gioca Liberali come non giocano Alesi, Seha, Brighenti… e potrei andare avanti".
La risposta, che a tratti ha assunto i toni del fastidio, è poi sfociata in una presa di posizione netta: "Liberali è un giocatore che ho voluto io, è qui perché lo considero importante. Diventerà un calciatore vero, ma arriverà il momento giusto". Una difesa che ha il sapore di una rivendicazione personale, a conferma della fiducia del tecnico nei confronti del giovane, ma anche della volontà di ribadire la propria autonomia decisionale.
Il pareggio con la Carrarese lascia dunque il Catanzaro ancora a caccia della prima vittoria, e la sensazione è che oltre al lavoro sul campo, Aquilani sia chiamato a gestire anche un clima di crescente pressione esterna, dove ogni scelta diventa un caso e ogni esclusione un pretesto di discussione.
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