Nel consueto appuntamento con “Passato, presente e futuro” tra notazioni romantiche, richiami a ciò che la nostra Città era, a quello che oggi è con il lento declino del suo rango, a come potrebbe e dovrebbe essere per un “rinascimento” da affidare alle future generazioni, magari chiedendo “perdono” di quanto di brutto è stato fatto, affinché prendano consapevolezza che Catanzaro è stato un “salotto” di raffinata cultura, di signorile sentire la vita sociale, e questo deve tornare ad essere. Perché siamo non solo il Capoluogo della Regione, ma una città degna di essere Capitale. (enzo cosentino)
Passato, Presente, Futuro
La vita è sogno
di MARIA GIOVANNA CARBONE
Questo angolo riservato da “La Nuova Calabria" alla rubrica “Passato-Presente-Futuro” nasce dal desiderio di rispondere alla esigenza di collegare tra loro questi tre tempi di storia e vita cittadina al fine di favorirne il recupero dell’identità. Per semplificare il tema che sarebbe stato forse non facile da affrontare in termini antropologici, si è preferito partire dai ricordi, dalle nostalgie, dai luoghi, dall’individualità di ciascuno, per risalire così dal passato al presente e ipotizzare un futuro: I giardini di San Leonardo, la Galleria Mancuso, la Maddalena, i Vicoli, la Strettoia, i Giardini Nicolas Green. Così dal viaggio nella memoria dell’ “IO”, come nel risveglio da un sogno, si aprono, con migliore capacità di analisi, gli occhi sul presente non più solo individuale, ma collettivo.
Dal sogno alla realtà il passaggio è sempre traumatico perché si vorrebbe restare nel sogno e volare sui tetti come il violinista di Chagall. L’artista non viene qui citato per caso, ma in quanto la sua infantile malinconia e il suo stile fiabesco traggono molta ispirazione anche da alcuni eventi dolorosi della sua vita, come la distruzione della sua cittadina da parte dei cosacchi nel giorno della sua nascita È il pittore stesso, a dire di sé “io sono nato morto” facendo riferimento a questo evento per spiegare la dimensione della sua arte che va oltre il reale. L’amore per i luoghi di origine fa parte integrante dell’identità dell’individuo e della comunità in quanto i luoghi rappresentano tracce di ricordi, aspettative, sentimenti, passioni, sofferenze di persone che così sopravvivono al loro lavoro e alla loro vita. Anche nella nostra città recentemente si è improvvisamente sollevato un coro di voci che dal languore crepuscolare dei ricordi e della nostalgia si è calato nella realtà del presente e si è chiesto come può esistere una città senza storia e senza identità.
Numerose associazioni, circoli, semplici cittadini, hanno ripreso il tema del rispettoso recupero del Centro Storico, secondo le regole e la cultura urbanistica purtroppo sempre ignorata e trascurata nella città di Catanzaro. Questo è testimoniato da tante demolizioni, deturpazioni, costruzioni che sovrastano e mortificano la semplice umile realtà dei nostri vicoletti ”che si chiamano piano”- non per paura del buio-(come dice il poeta)ma per paura di essere prima o poi schiacciati da qualche ruspa arrogante che li farà diventare polvere e macerie come è avvenuto alla “Strettoia” del Corso e come sta per avvenire alla “Maddalena”. Al contrario sarebbe particolarmente utile mandare le ruspe nella zona di Catanzaro Sala, dove un mostro sopraelevato in metallo si eleva tra la Funicolare e il cosiddetto “Centro Romani", non si sa come ubicato tra il letto della fiumara e le pendici della collina probabilmente franosa.
Mostro in metallo e Mostro in cemento, incompiuti e dimenticati, si abbracciano tra loro chiedendosi il perché della loro esistenza . Il mostro in metallo forse era nato per congiungere la Funicolare con la Stazione che non c’è più ma che già non c’era quando era stato costruito. Il Centro Romani forse era nato per dimostrare al mondo come siamo bravi a creare cose brutte e demolire quelle belle. .L’interesse e l’amore verso la nostra città negli interventi dei giorni scorsi non è solo rivolto alla conservazione del passato. Rivela piuttosto la consapevolezza di volere osservare l’ambiente che ci circonda con interesse e attenzione, al fine di saper comprendere meglio se stessi e le vicende in cui si è inseriti. Alterare o demolire la fisionomia di un centro storico vuol dire distruggere nodi di relazioni con la vita degli altri, anelli di continuità tra generazioni, ponti che collegano storie individuali e collettive, raccordi tra civiltà umana e natura. E’ come perdere la propria identità. Allora è meglio fuggire dalla realtà, volare sui tetti, tornare al sogno tanto più sogno.
Qué es la vida? Una ilusión,
una sombra, una ficción,
y el mayor bien es pequeño
que toda la vida es sueño
y los sueños sueño ( Pedro Calderón de la Barca 1600-1681]
Cos’è la vita? Delirio.
Cos'è la vita? Illusione,
appena chimera ed ombra,
e il massimo bene è un nulla,
ché tutta la vita è sogno, e i sogni, sogni sono.
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