Ancora discriminazione sul posto di lavoro. È la storia di una madre di figlio disabile, dipendente di una grossa azienda operante sul territorio nazionale e con punto vendita all’interno del centro commerciale “Le Fontane” di Catanzaro. La lavoratrice era obbligata a turni più difficoltosi rispetto a quelli dei suoi colleghi che nei fatti le impedivano di accudire il figlio minore. Inascoltate le sue richieste al datore di lavoro, alla lavoratrice non era rimasto che chiedere giustizia al Tribunale di Catanzaro che con ordinanza del 9 dicembre scorso ha accertato la condotta discriminatoria della società, ordinando l’adibizione a turni confacenti con le esigenze del minore disabile.
Il Tribunale ha accolto la tesi del legale della mamma lavoratrice, Danilo Colabraro, per cui ai fini di un’eguaglianza sostanziale, situazioni differenti meritano tutele differenti. Il datore di lavoro, pertanto, ha l’obbligo di adottare tutti gli accomodamenti ragionevoli per consentire ai lavoratori in situazione di particolare svantaggio di porsi in condizione di eguaglianza sostanziale con gli altri colleghi. «È una pronuncia importantissima – è il commento l’avvocato Colabraro - che si colloca nel solco di altri precedenti dello stesso Tribunale, sempre da me patrocinati, e che pone l’attenzione su un aspetto spesso trascurato, quello della discriminazione nei posti di lavoro, sia essa per genere, per disabilità o per altri fattori che la legge tutela»
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