di FILIPPO COPPOLETTA
È già trascorso un anno da quella tragica sera di ferragosto, quando un incidente stradale spezzò per sempre la vita del giovane Francesco Cannistrà. Trentadue anni, papà da pochi giorni, innamorato della vita, intraprendente e sognatore. Ciccio, così lo chiamavano gli amici, era tra i fondatori del noto locale “Crunch”, un progetto avviato con sacrificio, impegno, dedizione e soprattuto con la volontà di farlo diventare sempre più importante ed affermato. C’era riuscito pienamente Francesco, insieme ai suoi amici e soci Andrea e Alessandro.
Da Catanzaro, loro città natale, la "pizzeria popolare” riesce a raggiungere il centro di Soverato, accogliendo centinaia di turisti e imponendosi sul panorama gastronomico del circondario. Il lavoro infatti non manca e Francesco si dedica pienamente a questa attività, coltivando il sogno e facendolo crescere sempre di più. Non solo si occupa della gestione del locale insieme ai soci, si prodiga anche di servire ai tavoli, dispensa consigli agli ospiti, sempre disponibile, cortese, accompagnando il buon cibo che la sua cucina propone con un sorriso ed un volto solare e genuino che rallegra la serata. Ciccio era infatti anche un’ottimo chef. Le sue invenzioni restano il punto di forza del locale: su tutte il “Mr Peterson”, un dolce che ricrea un sigaro di cioccolato che Ciccio ha dedicato a suo figlio. La sua passione la riversava nei piatti e con orgoglio, nel punto di Catanzaro, esponeva la dedica del “collega” stellato Bottura.
Oggi, tutto questo, le sue idee, il suo impegno, la sua “Crunch”, tutto è ancora lì, prosegue la sua attività a pieno ritmo e lo fa in nome di Francesco, cercando, non con poco sacrificio, di continuare questo progetto, questo sogno che lo chef sentiva suo, come un secondo figlio, condividendolo con gli amici di sempre, con quelli che hanno creduto, fin dal primo momento, in un’idea che poteva essere vincente e che si è rivelata tale.
In questo giorno struggente, entrambi i punti di Catanzaro e Soverato decidono di abbassare la saracinesca, così come fecero un anno fa ed esattamente come allora, tornano alla memoria i tormenti di quelle ore divenute incancellabili. Li abbiamo ripercorsi con Andrea Santoro, uno dei soci di Crunch. Non solo un socio, prima di tutto un amico, un fratello. Cresciuti insieme, Ciccio e Andrea sono arrivati ad essere soci coltivando quell’idea di famiglia che contraddistingue il clima di Crunch. Andrea si mostra provato nel ricordare questa amicizia distrutta ma il suo tono di voce diviene orgoglioso quando ci racconta quanto il locale sia cresciuto e quanto sacrificio sia stato profuso per portare avanti le attività che Ciccio avrebbe tanto desiderato vedere oggi realizzate, “il tutto - ci tiene a sottolineare Santoro - grazie anche e soprattutto alla grande professionalità del nostro staff, dei tanti ragazzi che collaborano con noi e che si dedicano pienamente al locale”.
“Ciao Ci - scrive Andrea rivolgendosi al suo amico - la passione e l’entusiasmo che ci hai trasmesso per la nostra attività continua a guidarci e ad ispirarci nel fare sempre meglio, a proiettarci verso nuovi orizzonti per portare avanti, insieme ad Alessandro, quel progetto di cui tanto parlavamo: Crunch”.
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