






Un tratto di pietra diventa luogo di memoria collettiva, a sessantaquattro anni dal disastro ferroviario della Fiumarella
22 dicembre 2025 16:03di GUGLIELMO SCOPELLITI
La cerimonia di intitolazione dedicata al disastro ferroviario della Fiumarella riporta nel cuore urbano una pagina che ha segnato profondamente la Calabria. Era dicembre, sessantaquattro anni fa, e la città si preparava al Natale quando la tragedia spezzò settantuno vite, lasciando un vuoto che attraversò paesi interi e generazioni.
Davanti alla scalinata di Via Milano sono presenti il vicesindaco di Catanzaro Giusy Iemma, il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco, il direttore generale di Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro, Giovanni Petronio, autore di due libri sul disastro e docente nella comunità di Catanzaro per giovani e giovani adulti. Con loro i sindaci di Soveria Mannelli, Decollatura, Gimigliano e il vicesindaco di San Pietro Apostolo, a testimoniare un dolore che non riguarda un solo luogo.
A introdurre gli interventi è Gianmichele Bosco: “Per Catanzaro è un passaggio importante, dopo tanto tempo la città torna a ricordare apertamente il disastro della Fiumarella”. C’è anche uno sguardo rivolto al futuro.“Il prossimo anno, per il sessantacinquesimo anniversario, è previsto un ulteriore momento di memoria”.
L’emozione attraversa le parole del vicesindaco Giusy Iemma, legate anche a una storia personale che affonda nel Reventino: “Quelle vittime erano persone che raggiungevano Catanzaro per studiare, per lavorare, per migliorare la propria condizione”.
Il dolore dei territori prende corpo nelle parole di Raffaella Perri, sindaco di Decollatura: “Trentuno delle sessantuno vittime provenivano dal nostro paese, molti erano ragazzi tra i quattordici e i sedici anni”. Una constatazione asciutta chiude l’intervento. “Decollatura ha perso quasi una generazione”.
Laura Moschella, sindaco di Gimigliano, collega il ricordo a una ritualità che ogni anno ritorna: “La Fiumarella ha devastato i territori delle aree interne del Catanzarese, e il fatto che tutto sia accaduto a ridosso del Natale rende il ricordo ancora più duro da attraversare”.
Intervengono anche il vicesindaco di San Pietro Apostolo, Maurizio Tomaino, e il sindaco di Soveria Mannelli, Michele Chiodo, richiamando il legame profondo tra comunità diverse, unite da una memoria comune.
Dal punto di vista delle ferrovie prende la parola Ernesto Ferraro. Il direttore generale di Ferrovie della Calabria parla di responsabilità e lavoro quotidiano: “Dal passato dobbiamo trarre insegnamenti concreti, ogni azione nasce dall’obiettivo di fare sempre meglio”. E un riconoscimento ai territori. “Se i lavori oggi procedono con rapidità, il merito è anche della qualità del dialogo con queste istituzioni che ha permesso di procedere con efficacia”.
La memoria, però, ha bisogno di parole che restino, Giovanni Petronio osserva: “Quando smettiamo di raccontare un fatto quel fatto rischia di scomparire”.
Il momento più intenso arriva con la lettura dei nomi delle vittime, affidata ad Andrea Flocco, e con la testimonianza di Eugenio, uno dei superstiti di quel maledetto giorno. Poi lo scoprimento della targa, le fotografie ufficiali e quelle con i ragazzi della comunità di Catanzaro, alunni di Petronio. La scalinata resta lì, attraversabile da chiunque, carica di una memoria che la città ha scelto di non lasciare scivolare via.
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