di IACOPO PARISI
Quando chi vive dietro le sbarre sceglie di pensare a chi soffre in un letto d’ospedale, qualcosa cambia. “Uomo e Galantuomo”, portato in scena dai ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Catanzaro, non è solo uno spettacolo teatrale: è un atto di restituzione, un gesto di umanità, un ponte teso verso chi ha bisogno. Un progetto dal forte impatto simbolico e sociale che vede protagonisti i giovani detenuti, impegnati non solo nella realizzazione artistica, ma soprattutto nella scelta consapevole di destinare il ricavato dello spettacolo – in scena il 7 giugno al Teatro Comunale – al progetto “We Will Make Your Dream Come True”, promosso dall’associazione ACSA&STE Onlus e dedicato ai piccoli pazienti dei reparti pediatrici dell’AOU “Renato Dulbecco”.
Dietro questa iniziativa c’è la visione di Giuseppe Raiola, primario del reparto di pediatria e presidente dell’associazione ACSA&STE Onlus, promotrice del progetto insieme alla Camera Penale di Catanzaro, all’Istituto Penitenziario Minorile, al Teatro Comunale, all’AOU “Dulbecco” e ad altre realtà impegnate nella costruzione di ponti tra mondi troppo spesso separati. «Riuscire a coniugare l’inclusione sociale con il sostegno ai nostri piccoli pazienti è il cuore della nostra missione. Questi ragazzi dimostrano che non esistono giovani cattivi, ma piuttosto opportunità negate e contesti non adatti alla crescita. Con questo gesto mostrano la loro parte più generosa e consapevole», ha affermato Raiola.
Francesco Iacopino, presidente della Camera Penale di Catanzaro, ha sottolineato come l’attenzione al mondo penitenziario sia parte integrante della loro missione, ma ha anche aggiunto che non può e non deve essere solo l’avvocatura a occuparsene: «Di fronte a un’umanità ferita, serve uno sguardo collettivo, serve la società tutta». Da questa consapevolezza è nata, in modo spontaneo, l’idea di costruire un ponte tra l’esperienza carceraria e la comunità civile. «Sono stati gli stessi ragazzi a chiedere che il ricavato dello spettacolo fosse devoluto ai piccoli pazienti pediatrici. Dove una realtà penitenziaria riesce a educare, a restituire senso, c’è cuore, entusiasmo, e questo istituto – grazie al suo direttore – ne è la dimostrazione. In una società che troppo spesso risponde con la 'vendetta', creare strade e ponti vuol dire scegliere di andare controcorrente».
Il direttore dell’Istituto Penale Minorile di Catanzaro, Francesco Pellegrino, ha voluto ricordare quanto sia fondamentale credere nei ragazzi, prima ancora che rieducarli: «Non si tratta di correggere, ma di farli crescere in ambienti sani, dentro una società attenta e sensibile. I nostri ragazzi, pur vivendo in un contesto di restrizione, si sono sentiti abbastanza fortunati da voler aiutare chi sta peggio. È una presa di coscienza autentica, un gesto di solidarietà verso chi soffre».
Propositivo l’intervento del consigliere regionale Antonio Montuoro, presidente della II Commissione Bilancio: «Questo progetto dimostra quanto sia importante creare sinergie tra istituzioni e società civile. Non basta parlare di reinserimento: bisogna costruire insieme strumenti concreti. Propongo l’apertura di un tavolo di confronto per rendere stabile questa collaborazione e moltiplicare le opportunità positive per il nostro territorio».
L’avvocato Danilo Iannello, in rappresentanza del Lions Club Host, ha portato i saluti del presidente Pietro Maglio, definendo un privilegio essere accanto ad ACSA&STE Onlus in iniziative di questo tipo: «È significativo che siano proprio persone “in difficoltà” a voler dare qualcosa di sé. Questo è il segno evidente della loro volontà di rientrare pienamente nella società, con dignità e senso civico».
Toccante l’intervento di Maria Concetta Galati, primario di Ematologia e Oncologia Pediatrica, da sempre in prima linea per ACSA&STE: «Il nostro sogno è realizzare ogni desiderio che i bambini esprimono dopo le cure, perché significa che stanno bene. Ma oggi voglio dedicare tutto ciò che facciamo a quella piccola parte di giovani pazienti che purtroppo non ce l’hanno fatta».
Maria Rita Galati, moderatrice dell’incontro, ha voluto elogiare anche il ruolo del Teatro Comunale di Catanzaro, definendolo «un contenitore culturale che guarda tanto al sociale. Iniziative come questa dimostrano quanto sia importante avere luoghi che sappiano accogliere e dare voce alle fragilità».
Francesca Gallello, presidente dell’associazione culturale Veliero APS, ha parlato del forte impatto umano del progetto: «Eventi come questi hanno una triplice funzione: aiutano chi è malato, aiutano i ragazzi a rientrare nella società civile e fanno bene a tutti noi, ricordandoci che ogni goccia conta per formare un mare di bene».
Il regista dello spettacolo, Rodolfo Calaminici, ha infine ricordato l’impegno civile di Eduardo De Filippo a favore dei giovani detenuti: «Spesso si dimentica quanto Eduardo fosse vicino ai ragazzi reclusi. Lavorare con quelli dell’IPM di Catanzaro è un privilegio. Qui c’è armonia tra direzione, area educativa e polizia penitenziaria: è un ambiente sano, ed è questo che rende possibile tutto».
Iniziative come questa dimostrano che la forza del cambiamento non sta mai in un solo gesto, ma nella rete che lo rende possibile. Associazioni, istituzioni, professionisti, volontari, artisti, operatori del diritto e ragazzi spesso dimenticati: ognuno ha messo il proprio tassello per costruire qualcosa che va oltre lo spettacolo.
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