“La seconda isola ecologica rimane un miraggio e la risposta data all’interrogazione protocollata dal consigliere Stefano Veraldi non scioglie i nodi avanzati su molti dei temi che riguardano la gestione dei rifiuti targata Si.Eco. La frattura tra Veraldi e l’amministrazione comunale su questo tema resta dunque aperta”.
Si rammarica così l’inquilino dell’aula rossa - «non sembra avere in serbo il cambio di rotta sul quale insisto da mesi rispetto all’imposizione di tutte le procedure amministrative necessarie per l’eventuale rescissione del contratto sottoscritto ormai nel 2015 tra Palazzo de Nobili e la Si.Eco».
Per Veraldi, in pratica, «la gestione dei rifiuti nel capoluogo di regione era e resta un campo minato da una serie di inadempienze contrattuali mai sanzionate dall’amministrazione Abramo e sulle quali, in totale continuità con il passato, anche la squadra di Nicola Fiorita sembra aver scelto di issare una bandiera bianca». Da qui il rischio che la pratica finisca addirittura a Roma, sul tavolo della commissione di vigilanza anche perché ad allargare una frattura che appare ormai insanabile ci sono pure le risposte chieste e mai ottenute su quel sistema di pesatura che, come l’isola ecologica prevista nel quartiere marinaro, risulta ancora non realizzato. Il cocktail di dubbi targati Veraldi dà così luogo a un mix esplosivo che fa del consigliere comunale d’opposizione l’attore protagonista di una battaglia ormai ingaggiata al fine di «scoperchiare quello che sembra essere un vaso di Pandora per capire finalmente chi e perché, tra assessore precedente e attuale, funzionari, dirigenti e segreteria generale, abbia lasciato trascorrere sette anni senza esigere il rispetto dei capitolati d’appalto». Sullo sfondo «servizi previsti e pagati dai contribuenti che - Veraldi non ha dubbi - la Si.Eco. non eroga alla città». Da qui un braccio di ferro al centro del quale spicca proprio la seconda isola ecologica mai realizzata nel quartiere Lido che - l’esponente di opposizione ne è assolutamente certo - «avrebbe dovuto portare alla rescissione contrattuale entro 180 giorni». E invece di anni ne sono passati sette, ma Veraldi, ora più che mai deciso a non gettare la spugna, rilancia rispedendo al mittente quella risposta, che proprio non lo convince, data dal Comune alla sua interrogazione. Ecco perché sbugiarda la tesi, messa nero su bianco dal settore Igiene ambientale, in base alla quale il Comune sembrerebbe poter sanzionare soltanto l’ultimo anno di inadempienza per un importo di poco superiore a diecimila euro. Lo fa rispolverando i dettami di quell’offerta tecnica che cristallizza i dettagli della realizzazione del centro di raccolta nonché sottolineando: «Se così fosse la seconda isola ecologica sarebbe dovuta costare 60mila euro ovvero una cifra che, a occhio e croce, non basterebbe neppure per fare il cancello». Da qui il rilancio di una posizione, la sua, che non retrocede di un millimetro e che, anzi, si fa sempre più dura portandolo addirittura a liquidare tutto come «una presa in giro che evidenzia soltanto una continuità di intenti tra vecchia e nuova amministrazione che i cittadini non meritano e contro la quale - promette senza remore - non smetterò di battermi”.
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