di EDOARDO CORASANITI
Si avvicina sempre di più il giorno della sentenza dell’inchiesta “Multopoli”- “Catanzaropoli” su presunti illeciti legati all’annullamento di contravvenzioni per violazioni del Codice della strada da una parte e la presunta gestione ritenuta non conforme della cosa pubblica: da omesse verbalizzazioni degli abusi edilizi ad altre contestazioni che hanno fatto scaldare i banchi degli inquirenti. Ventinove richieste di assoluzione e 22 di condanna erano le conclusioni della pm Graziella Viscomi che ha portato avanti la tesi accusatoria. Durante la requisitoria l’ufficio di Procura non ha chiesto la condanna per l’accusa di associazione a delinquere ma ha riconosciuto, a vario titolo, i reati di abuso d'ufficio, peculato, falsità ideologica. Il Collegio presieduto da Alessandro Bravin ha fissato per il 28 gennaio il giorno della lettura del dispositivo.
Il 22 ottobre chieste le pene per il comandante ed il tenente colonnello dei vigili urbani, Giuseppe Antonio Salerno ( 3 anni e 6 mesi) e Salvatore Tarantino (8 anni), per l'ex consigliere regionale Domenico Tallini (1 anno e 6 mesi), imputato in qualità di ex consigliere comunale. Chiesta l’assoluzione per il sindaco Sergio Abramo e l’ex assessore Rita Cavallaro. Chiesti 6 anni e 11 mesi per l’ex consigliere comunale Massimo Lo Monaco. A Stefania Lo Giudice il pm ha riconosciuto la responsabilità penale per un totale di 4 anni, così come per Carlo Nisticò: 1 anno. Nove mesi per Rosario Lostumbo, ai tempi consigliere comunale.
Oggi in aula hanno acceso i microfoni gli avvocati di due imputati centrali nel processo, il tenente Tarantino e il comandante Salerno. Sul primo, difeso dall'avvocato Aldo Casalinuovo, pende una richiesta di condanna ad 8 anni di reclusione. Durante la sua arringa difensiva durata circa tre ore, l'avvocato ha messo sul banco una circostanza: "Il materiale probatorio è fondato solo sul materiale captativo. Ma si può provare il falso attraverso il solo dato captativo? E inoltre, sul reato di istigazione al reato; manca il reato. Tarantino non ha mai annullato alcunché. Non c’è una multa da lui fatta e annullata. Mai una richiesta o esortazione un verbale o una bolletta.
Riceveva segnalazioni, sì, ma non ci sono alcune prove minime sulla sua condotta di annullamento.
L'avvocato Casalinuovo ha evidenziato una "disorganizzazione dei capi di imputazione. Istigazione e induzione non si può parlare perché le condotte, viste tramite il materiale intercettivo, non è assolutamente compatibile né con istigazione e né induzione. Nulla si ricava per consumazione dei reati. Mai Tarantino istiga, induce o chiede qualcosa. Ci sono alcuni casi in cui il mio cliente non c'entra assolutamente nulla, nel senso che teoricamente non è nemmeno competente del settore, come nella vicenda del porto di Lido e di alcune autorizzazioni. Tarantino si è sempre occupato di strade, viabilità. Che cosa c'entrano con lui le autorizzazioni edili?". Inoltre, evidenzia Casalinuovo, "è vero che per alcune accuse la Procura ha chiesto l'assoluzione. Però mi chiedo se era necessario portare fin questo punto il caso, provocando sofferenza e preoccupazione agli imputati".
Dopo aver passato in rassegna ogni capo di imputazione, l'avvocato ha chiesto al Tribunale di "ridare la serenità ad una persona che lavora con passione, dedizione, amore nei confronti della propria città e che ha subito persino un attentato: una bomba sotto casa. Merita di riacquistare serenità dopo 7 anni di tribolazione, perchè sempre ha agito per il bene comune. Un uomo incensurato e per cui chiedo l'assoluzione perché il fatto non sussiste".
Tre ore il tempo utilizzato dall’avvocato Carlo Petitto, difensore di Salerno:
“Da quella che è la narrazione della pubblica accusa, vi è una continua raffigurazione di una Pubblica amministrazione allo sbando, una serie di tessuti relazionali contorti, “corrotti”, dove i rapporti hanno il solo scopo di avere o ricevere un favore. Un manipolo che ha avviluppato la macchina amministrativa per i propri interessi, in particolare i Vigili”. Ma, afferma Petitto, “è il momento di togliere gli aspetti emotivi della vicenda e concentrarci sui fatti. Partendo dall’eliminazione di ogni sospetto: Salerno ha sempre agito per il bene della collettività”.
Sul piano della ricostruzione delle condotte contestate, il legale ha invitato i tre giudici del collegio ad una riflessione su un aspetto che ha fatto da pietra angolare dell’intero processo: “Sarebbe stato uguale giudicare l’annullamento delle multe se non ci fosse stata la contestazione dell’associazione a delinquere? L’associazione è stata una “lepre meccanica” utilizzata per dimostrare che l’indagine non si poteva fermare, perché grave e da censurare. Ma che è stata smentita persino da un testimone chiave, un operante della Digos”. L’avvocato ha contestato come “Lomonaco, Tarantino, Lo Giudice e Salerno fossero associati per annullare verbali. Non si capisce chi fosse il capo, organizzatore, esecutore, non si capisce la struttura dell’associazione”. La contestazione, ad ogni modo, è stata esclusa dalla pm Graziella Viscomi in fase di requisitoria.
Per Petitto, “annullare i verbali non avrebbe mai portato un vantaggio a Salerno, il quale non aveva nessuna aspirazione di carriera o politica. Non ha mutato alcun aspetto della sua carriera amministrativo dal 2006: nessun benefit istituzionale, era ed è rimasto Comandante. Piuttosto si evidenzia un doping linguistico e giuridico che ci ha condotto fin qui”.
Per rimanere in tema di reato associativo: “Come può esistere se Tarantino e Salerno vivono nello stesso ambiente lavorativo? Qual è il quid pluris per che fa pensare ad un utilizzo distorto della professione?”. E inoltre, avrebbero costituito un’associazione per annullare verbali. Una falla descrittiva, perché “questa associazione doveva sperare che altri realizzassero infrazioni della strada. Quindi basandosi su fatti incerti e imprevedibili”.
Altro elemento chiave secondo la difesa: “Salerno non è mai stato ascoltato nelle intercettazioni: in due anni, mai.” Il convincimento di Salerno sull’annullamento di alcuni verbali è stato confermato dallo stesso Comandante che lo avrebbe sempre fatto per tutelare la Pubblica amministrazione: “C’erano stati numerosi provvedimenti annullati dal giudice di pace o dal prefetto che comportavano spese per il Comune. Salerno, giudiziosamente, ha ritenuto che i soldi pubblici non si potessero gettare dalla finestra”.
E così si è passati in rassegna dei casi contestati: la vicenda Dragone, gli annullamenti delle multe del sindaco Abramo o quelle al all'ex consigliere Carlo Nisticò, la riunione con i sindaci per firmare un documento dal notaio, i verbali agli ex assessori Lomonaco e Lo Giudice, altre faccende con cittadini comuni. Tutte “microstorie” che per Petitto darebbero il peso e la misura della “narrazione tossica del processo e che dimostra come, volendo suggestionare, si è rimasti suggestionati”. Tutti casi in cui gli annullamenti erano dovuto a condizioni personali o politiche che hanno fatto maturare al richiedente un diritto per ottenere l’ok del vigili: dal pass da “consigliere comunale” (legittimo) all’urgenza e improrogabilità, dall’errore nell’elevazione della multa.
Perché, conclude Petitto, “Salerno non si è mai tirato indietro di fronte alla possibilità di chiarire i fatti a lui contestati. E’ venuto in aula e lo ha fatto perché è un uomo delle istituzioni che si assume le proprie responsabilità e che ha sempre agito per il bene della collettività”.
L’avvocato Carlo Petitto ha dedicato la sua arringa difensiva al medico Francesco Beniamino Nicoletti, stimato professionista della città deceduto pochi giorni fa.
Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Salvatore Staiano, Carlo Petitto, Vincenzo Ioppoli, Angela La Gamma, Giuseppe Fonte, Nunzio Raimondi, Manuela Costa, Valerio Murgano, Francesco Iacopino, Enzo Savaro, Nicola Cantafora, Saverio Loiero, Vittoria Aversa, Sabrina Rondinelli, Aldo Casalinuovo, Massimo Scuteri, Antonio Ludovico, Antonio Lomonaco, Nicola Tavano, Domenico Grisolia, Gregorio Viscomi, Anselmo Mancuso, Francesco Severino, Anselmo Torchia, Orlando Sapia.
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