"Non c’è limite alla vergogna, sono 57 gli indagati finiti agli onori della cronaca nell’ambito dell’operazione “Cartellino Rosso” della Guardia di finanza e della Procura di Catanzaro. Un’operazione che ha portato alla luce una serie di comportamenti illeciti da parte di dirigenti e dipendenti amministrativi dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione indagini". Lo sostengono in nota gli attivisti dei Meetup 5 Stelle
"C’è gente che per lavorare deve andare via dalla propria terra. Lo fa da sola e, in casi più fortunati, con la propria famiglia. A questo status, che è tipico delle regioni meridionali, si aggiunge, in questo periodo, l’emergenza Covid-19 che ha costretto una fetta consistente di persone a rimanere a casa, nell’incertezza tra l’altro di poter riprendere una regolare vita lavorativa nel mese di maggio. I meetup congiunti della Calabria condannano chi - fino ad oggi impunemente - ha percepito un reddito lauto e “indeterminato”, ed al lavoro figurava senza esserci, trovando persino il tempo per andare a fare la spesa o per giocare dentro a qualche esercizio commerciale in orario “lavorativo”. È l’ennesimo scippo perpetrato a danno dei cittadini onesti; fatti che a ritmo alternato continuano a verificarsi nella nostra regione e che appartengono ad una mentalità malata, indice che gli insegnamenti del recente passato a nulla sono serviti", prosegue l'accusa cinquestelle.
"L'inchiesta ha consentito di rilevare oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate. E parliamo di un'azienda già commissariata per mafia. La giustizia farà il suo corso il verdetto finale sarà certo solo al terzo grado di giudizio, tuttavia va ribadito che situazioni del genere fanno molto male alla nostra terra e danneggiano la gente che non ha “santi in Paradiso” e che lavora regolarmente ogni giorno per portare il pane (sudato) a casa. Oltre a infangarla, agli occhi di un’Italia ancora pregiudiziosa verso il “meridionale”, dimenticata che molti professionisti che vivono al Nord, siano essi medici, giudici, amministratori, dirigenti provengono proprio dalle nostre regioni", conclude la nota.
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