Caviano e Gallello: “Ryanair a Reggio? Occhiuto chiarisca la sua strategia per tutti gli aeroporti calabresi”

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Un aereo Ryaner
  26 gennaio 2024 12:00

Nota del consiglieri provinciali di “Progressisti per la provincia di Catanzaro”, Igea Caviano e Gregorio Gallello

Certa politica dovrebbe forse essere più prudente ed evitare se possibile la logica degli annunci, specie quando gli argomenti sono di quelli “sensibili”. E dovrebbe evitarla anche nel caso in cui agli annunci corrispondono fatti concreti, perché è l’annuncio in sé a essere pericoloso e possibile fonte di polemica.

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Abbiamo appreso dal presidente Occhiuto che una delle due nuove basi italiane di Ryanair sarà aperta a Reggio Calabria. “Annuncio” confermato in una intervista a Repubblica dall’amministratore delegato della compagnia aerea. Toni trionfalistici da parte di entrambi e uso dello stesso aggettivo – “storico” – per qualificare l’evento.

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Ora noi non sappiamo se gli studenti del futuro troveranno scritto sui libri di testo di quella volta che Ryanair aprì a Reggio Calabria. Il problema, però, è che non sappiamo neppure cosa possa esserci dietro “l’annuncio”.

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Se ci fosse una strategia complessiva di rilancio degli scali calabresi, nulla quaestio: il potenziamento di Reggio, lo sfruttamento delle sue potenzialità in termini di utenza, anche siciliana, dopo anni di abbandono, sarebbe una bella notizia. Per la città dello Stretto, per la regione e per chi in quello scalo ci lavora guadagnandosi da vivere. Il punto è che “l’annuncio” non ha contesto. Anzi, il presidente Occhiuto racconta – parole sue –  che i vertici di Ryanair gli “parlavano della possibilità di mettere qualche rotta a Lamezia” ma “io – prosegue – gli ho parlato di Reggio”. Ecco, è qui che “l’annuncio” diventa un azzardo e un pericolo. Che facciamo, spogliamo la chiesa per vestire la sagrestia?

Si parla ormai da anni dell’ammodernamento dello scalo lametino, scalo baricentrico nell’area centrale della Calabria e inserito tra i dodici d’Italia qualificati come “strategici”. Tuttavia i lavori nell’aerostazione sono in ritardo e l’obiettivo per allargare ben oltre i già buoni volumi di passeggeri appare ancora molto lontano. Si pensa forse di declassarlo? Ci piacerebbe avere qualche notizia in merito, anche perché la gestione degli scali è in capo a un unico soggetto, Sacal, e dunque non dovrebbe essere difficile comunicare le novità in chiave prospettica e globale. Il sistema aeroportuale calabrese, con Reggio e Crotone abbandonati per anni al loro destino, non gode certo di buona salute mentre rimane intatta la sua indispensabilità, in una regione lunga trecento chilometri e attraversata da ben tre massicci montuosi, che rendono difficili gli spostamenti.

Per questo gli “annunci” sono il sistema meno efficace per affrontare i problemi. Di guerre di campanile, in Calabria ne abbiamo già abbastanza perché se ne alimentino altre. Quindi vorremmo capire se le iniziative che si sollecitano o favoriscono sul territorio rispondono a una logica di sviluppo regionale o a una logica che guarda alle prossime elezioni, europee o amministrative che siano. Chi “annuncia” dovrebbe avere la compiacenza di farlo tenendo ben presente le conseguenze nefaste che possono derivarne e dunque dovrebbe adempiere al dovere della chiarezza, soprattutto in funzione delle alte responsabilità di cui è investito.

 

 

 

    

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