“Maria è alleata di Dio nella realizzazione del Suo piano ed il mistero più grande è proprio questo: il Signore, conoscendo l’umanità, conoscendo i nostri limiti, ancora si fida di noi. Ecco la grandezza dell’Immacolata Concezione perché lei preservava da questo peccato”. Questo uno dei passaggi dell’omelia del vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel corso della concelebrazione eucaristica di ieri sera in Cattedrale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione.
“Nella solennità di questa sera della Immacolata Concezione di Maria – ha detto il Vescovo facendo riferimento alle letture del giorno - c’è il progetto di Dio per l’uomo compiuto, il pensiero eterno di Dio per una umanità gioiosa, cioè piena della forza di Dio, che è l’unica possibilità data all’uomo di vivere in pienezza, come dice il brano del Vangelo nelle parole di Gabriele a Maria, di vivere nella gioia. Perché questo è l’annuncio che viene dato a Maria (‘Rallegrati piena di grazia’) mentre viene proposto a Lei di essere alleata di Dio nel suo progetto di salvezza. Dio è vicino all’uomo, è alleato dell’uomo, non abbandona l’umanità. Anzi, è proprio la presenza di Dio dentro la storia dell’umanità che fa gioire, fa rallegrare il cuore dell’uomo. E, nella solennità di questa sera, noi celebriamo proprio questo: Dio che si rivela a noi con il suo volto vero, non con le rappresentazioni che riusciamo più o meno a fare con le nostre menti, con le nostre costruzioni mentali. Dio si rivela per quello che è e, nello stesso tempo, Dio rivela all’uomo se stesso. Ecco perchè c’è anche dentro questa festa di oggi la possibilità di vedere come Dio ha da sempre pensato l’umanità”.
“Quando l’uomo tocca il baratro del suo limite – ha sottolineato monsignor Parisi - , Dio non lo abbandona, è ancora dalla sua parte, è ancora con l’uomo, non lo può vedere andare alla deriva e lo recupera, lo vuole salvare perché, se nato dall’amore di Dio, nell’amore lo vuole condurre e verso l’amore lo vuole portare. Questo è l’itinerario dell’umanità compiuta: veniamo dall’amore di Dio ed il Signore, nonostante le nostre brutture, nonostante le nostre fragilità ed i nostri limiti, nonostante in nostri peccati, le nostre guerre, le ingiustizie, la mancanza di pace, nonostante tutto, ci conduce nell’amore. Questa è la garanzia per noi. Dio che ci ha creati dalla forza del suo amore non smette mai di amarci e noi uomini, in Maria che ha offerto la sua vita perché il piano dell’amore si realizzasse, possiamo dirci amati da Dio ed in quanto amati, liberati da tutte le forme di schiavitù”.
“Il Signore - ha concluso il Vescovo – stasera ci dice che vuole rapportarsi con noi come il creatore con le sue creature. Anche se Paolo ci ha detto, nella lettera agli Efesini, un’espressione ancora più bella: come il padre con i figli. Altro che schiavi, figli. E noi abbiamo un Dio per padre”.
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