Domenica 4 maggio si è celebrato a Gimigliano (CZ) il Giubileo dei Catechisti e degli Operatori Liturgici, promosso dall’Ufficio Catechistico e dall’Ufficio Liturgico dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. Un’occasione di grazia e riflessione che ha visto la partecipazione di molti catechisti, educatori, lettori, accoliti, ministri straordinari dell’Eucaristia, cori parrocchiali, ministranti e quanti quotidianamente si adoperano con dedizione per rendere vive le comunità.
Il raduno è iniziato alle ore 15:00 presso la chiesa Madre, da cui i partecipanti si sono preparati spiritualmente con una liturgia penitenziale. Subito dopo, si sono messi in cammino lungo il Cammino del Corace, pellegrinando verso la Basilica Santuario “Madonna di Porto”, in un gesto fisico e spirituale di conversione, unità e testimonianza.
“Rimettere a posto le cose nel cuore”: l’omelia dell’Arcivescovo Maniago
Il pellegrinaggio, poi, si è concluso con la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da S.E. Mons. Claudio Maniago. Nel corso della sua omelia, il Vescovo ha offerto una profonda e appassionata riflessione che ha toccato l’essenza stessa del servizio ecclesiale: l’amore per il Signore.
«Rendo grazie al Signore, carissimi fratelli e sorelle per la vostra presenza oggi e per quello che state vivendo, cioè il Giubileo», ha detto Mons. Maniago. «Voi rappresentate lo scheletro, l’ossatura di una comunità: se questa è davvero solida, il corpo può vivere in salute e compiere molte cose».
Con parole semplici ma potenti, l’Arcivescovo ha riportato al centro la domanda di Gesù a Pietro, che è anche rivolta a ciascuno di noi: «Mi ami?». Una domanda che precede ogni incarico, ogni ruolo, ogni responsabilità ecclesiale. L’amore per Cristo è il vero fondamento su cui si costruisce la Chiesa.
Il senso del servizio: risposta all’amore di Dio
Mons. Maniago ha voluto poi rivolgere un messaggio diretto a tutti i presenti: catechisti, ministri, cantori, sacristi, animatori della liturgia. «Non fate quello che fate per il parroco, ma perché il Signore vi ha chiamati a farlo. Il vostro servizio è una risposta concreta all’amore di Dio».
Ha ricordato come ogni gesto, anche il più umile – dal pulire la chiesa al guidare un canto liturgico – se fatto con amore, diventa un atto di fede. «Quando entrate in chiesa, non dimenticate che è la casa del Signore. Anche il semplice segno della croce all’ingresso è un modo per dire: “Sì, Signore, io ti amo”».
Un cammino da rinnovare ogni giorno
Il Giubileo è stato anche occasione di rinnovamento. Un tempo per “rimettere a posto le cose” dentro il cuore, per non smarrire il senso del proprio servizio, per ritrovare entusiasmo e motivazione. Il cammino non è mai privo di ostacoli, ma lo Spirito Santo guida ogni passo di chi risponde con generosità alla chiamata del Signore.
Conclusione: un segno di memoria e di missione
A suggello di questa intensa giornata giubilare, ad ogni rappresentante parrocchiale è stato consegnato il “Testimonium“, un attestato simbolico e significativo che certifica il pellegrinaggio compiuto sul “Cammino Mariano del Corace”.
Con questo gesto, si è voluto riconoscere non solo il cammino fisico percorso, ma anche quello spirituale e personale vissuto per amore di Dio e di Maria Sua Madre. Un segno di memoria, ma anche di missione, che richiama ogni catechista e operatore liturgico a proseguire, con rinnovata dedizione, il proprio servizio nella comunità, alla luce della fede e sostenuto dall’amore del Signore.
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