Il presidente del "Comitato Salviamo Curinga" Mario Maiorana ha reso noto che i titolari della società proprietaria del sito di località Favarella di Curinga, sul quale doveva sorgere la Centrale a biogas della Energy Waste Asset s.r.l. (EWA), hanno rinunciato al progetto che prevedeva la conversione dell'industria preesistente.
Lo riferisce un comunicato del Comitato. "L'interlocuzione è intervenuta - è scritto nel comunicato - dopo alcune settimane dalla mobilitazione della cittadinanza e del comitato appositamente costituito contro il progetto, che, ricordiamo, riguarda la realizzazione di un impianto capace di trattare 70 mila tonnellate annue di rifiuti per ricavarne biogas. Il Comitato, appena appreso del progetto depositato in Regione per le necessarie autorizzazioni, ha raccolto migliaia di firme dei cittadini del comune divenuto famoso per il monumentale platano meridionale divenuto albero dell'anno. I cittadini hanno espresso netta contrarietà ad un intervento che si porrebbe in stridente contrasto con la destinazione prevalentemente agricola e turistica della zona e che danneggerebbe gravemente il paesaggio sotto più punti di vista: possibile inquinamento del suolo, delle acque e dell'aria; cattivo odore, passaggio di decine di mezzi che trasportano rifiuti ogni giorno, danni per le colture pregiate e per l'immagine delle aziende, disagi per i residenti, compromissione del paesaggio e delle pregnanti emergenze ambientali, storiche, culturali ed archeologiche ricadenti nell'area".
"E' un segno importante, il passo indietro - ha sostenuto Maiorana, imprenditore del settore vivaistico - che dimostra più cose: da un lato la necessità di essere uniti quando un intervento che si ritiene improvvido per il territorio deve essere contrastato; da un secondo punto di vista la forte vocazione del Comune di Curinga verso un'economia che si basi sull'agricoltura, il turismo, i beni culturali ed ambientali; sotto un terzo aspetto la responsabilità sociale di un'impresa, quella proprietaria dell'impianto esistente, che ha evidentemente ritenuto di dover accogliere, responsabilmente, le istanze della comunità entro cui essa stessa opera ed ha messo l'interesse generale davanti a quello particolare".
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