Centro Covid a Villa Bianca. Il prof Donato: "La strumentalità delle posizioni contrarie rischia di far perdere alla città la sua ennesima occasione!"

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images Centro Covid a Villa Bianca. Il prof Donato: "La strumentalità delle posizioni contrarie rischia di far perdere alla città la sua ennesima occasione!"
Valerio Donato

"Il documento sul Covid Hospital è sottoscritto dal PD di Catanzaro. Non è ben chiaro però “quali” iscritti al PD abbiano discusso; in quali “luoghi” della politica cittadina sia stato deciso e chi abbia redatto un tale documento"

  22 aprile 2020 14:12

di VALERIO DONATO*

Da qualche giorno è divenuta ragione di diffusa riflessione la proposta di istituire un Covid Hospital a Catanzaro. L’ha proposta il Magnifico Rettore di UMG, prof. Giovanni De Sarro e hanno aderito esponenti politici di vari schieramenti, tra i quali l’On. Ferro, l’On. Callipo, l’On. Pitaro, l’On. Esposito, il Sindaco Abramo; sul punto hanno espresso apprezzamenti numerosi esponenti dei Comuni calabresi e di altre Istituzioni competenti.

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In questo contesto, leggo che il PD di Catanzaro manifesta, a voler usare un eufemismo, perplessità, secondo contenuti ed argomentazioni – casualmente – eguali a quelle espresse dal Dott. Zuccatelli, Commissario dell’Azienda ospedaliera Mater Domini oltre che dell’Asp di Cosenza e dell’Azienda Pugliese Ciaccio. Sia il documento del [fantomatico] PD sia il Commissario Zuccatelli sostengono che la realizzazione del centro Covid presso la struttura di Villa Bianca richiederebbe non solo del tempo e consistenti finanziamenti per essere realizzato ma poi presenterebbe degli altissimi costi di gestione. Oltretutto, si sostiene, vi sarebbe la necessita di assicurare a queste strutture tutte le competenze specialistiche e tecnologiche presenti solo negli ospedali generali. Ed anzi finanche lo Spallanzani con il suo enorme bacino di riferimento soffre della mancanza di alcune competenze. Dunque? Si propone da un lato di usare il Pugliese o, come gradirebbe il Commissario Zuccatelli, di allocare il Centro Covid nel famoso Corpo C del Policlinico. 

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Il buon senso lascia scorgere la irragionevolezza di tali [stranamente] consonanti posizioni, anche in considerazione del contenuto della proposta, la quale ha l’ambizione non soltanto di far fronte alla emergenza Corona Virus; ma anche e forse soprattutto istituire un centro di cura e ricerca dedicato alle malattie infettive. A voler considerare alcune delle argomentazioni esposte, il tempo necessario per realizzare il Centro Covid presso la struttura di Villa Bianca dipende – secondo quanto sa qualunque professionista avveduto e come spero sappia anche il Commissario Zuccatelli – dalla procedura di evidenza pubblica scelta per realizzare le poche opere da eseguire. Il finanziamento per la realizzazione di una struttura Covid è nelle previsioni del Governo, come ha comunicato il Presidente Conte. Ma soprattutto, la inclusione di una struttura dedicata alle malattie infettive all’interno del Pugliese Ciaccio o del Policlinico esporrebbe a rischio contagio tutti gli operatori sanitari e pazienti, oltre che 12.000 studenti; oggi come in futuro e per malattie la cui modalità di diffusione non è prevedibile.

La strumentalità di tali posizioni rischia – sia chiaro a tutti – di generare confusione e di far perdere, ancora una volta, un’altra occasione alla Città di Catanzaro. È significativo che il Sindaco Falcomatà “pretenda” ora che il Covid Hospital sia istituito a Reggio Calabria. 

Ma,  di là dal contenuto di merito della discussione, la istituzione di un centro per malattie infettive “condivisa” da tutte le istituzioni politiche del territorio, per il lungo periodo è da un Commissario “temporaneo”. Sì che la decisione di un Commissario in carica per pochi mesi potrebbe pregiudicare il futuro come programmato da istituzioni rappresentative” delle popolazioni calabresi.

Per altro verso, il documento firmato “PD di Catanzaro” non mi sembra sorretto da una partecipazione democratica effettiva. L’espressione di una opinione politica sarebbe, ben inteso, legittima, indipendentemente dai contenuti; e ciò soprattutto, da parte del PD che ha promosso spesso una azione ispirata all’interesse collettivo e che rappresenta una componente politica fondamentale nel rafforzamento e nella costruzione di una più efficiente convivenza civile, soprattutto a tutela delle componenti più deboli. 

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Certo un lettore attento non può non scorgere, nel documento firmato “PD di Catanzaro”, una vena denigratoria, la quale dovrebbe essere evitata in occasioni di tale importanza e serietà. E soprattutto non si può trascurare il ruolo del partito quale luogo di discussione, strumento, al contempo, di sviluppo della personalità e di formazione di una volontà collettiva. Nozioni, ben inteso, elementari, spesso evocate, ora dismessi, dimenticati e umiliati. 

Il documento sul Covid Hospital è sottoscritto dal PD di Catanzaro. Non è ben chiaro però “quali” iscritti al PD abbiano discusso; in quali “luoghi” della politica cittadina sia stato deciso e chi abbia redatto un tale documento. A quanto è dato sapere, i circoli della città di Catanzaro non sono stati consultati [forse sono stati sentiti taluni segretari in qualche telefonata tra una cerchia chiusa di persone?]. Non lo è stato il referente del circolo Lauria, il quale, mi pare di poter affermare, è, forse, tra i luoghi politici più attivi, più vivaci e più partecipati della città. 

La posizione politica sottoscritta da un fantomatico “PD di Catanzaro” non è allora imputabile all’intero partito cittadino, ma mi sembra riferibile a qualcuno tra gli iscritti, a qualche illuminato interprete del pensiero dominante, il quale con un atto di pre-potenza ha voluto attribuire all’intera comunità politica una posizione personale o di gruppo, ingiustificata quanto pericolosa. 

Se così fosse, infatti, le decisioni solitarie di uno o di un limitato gruppo violenterebbero la funzione stessa dei partiti, umilierebbero l’etica politica, implicherebbero il rischio che ogni decisione possa cedere strumentalmente ad interessi diversi da quelli collettivi; respingerebbero quanti sono animati da passione politica disinteressata. 

Se così fosse sarebbe ancor più grave e penalizzante per Catanzaro. La crisi cagionata dal Corona Virus ha invaso la Città già devastata da una stagione di profondo oscurantismo, il quale potrebbe, paradossalmente, trovare nelle difficoltà delle giornate attuali, una ragione e una spinta propulsiva verso una nuova e più proficua stagione. Il grave stato di disagio delle popolazioni impone ai protagonisti tutti della vita politica un impegno straordinario - non certo delegato a qualche libero pensatore o ad un commissario “temporaneo”, per quanto illuminato –, il quale sappia promuovere un governo di salute pubblica e una azione politica capace di suscitare passione per gli interessi collettivi, ri-costruendo le condizioni di partecipazione dei giovani, di tutti gli orientamenti politici, alla vita comune.

Le speranze sono affidate alla capacità delle istituzioni politiche di promuovere la partecipazione dei più, respingendo le azioni di quanti pensano di poter continuare a decidere in piena solitudine il futuro della collettività, in posizione di governo o di opposizione (persino soltanto sociale). 

Il PD costituisce, unitamente a tante altre istituzioni politiche, un virtuoso strumento di democrazia. Capace di promuovere non soltanto efficaci lotte per l’eguaglianza e la giustizia sociale; ma anche luogo di incontro idoneo a suscitare interesse e alimentare curiosità e passione politica. Per preservare questa funzione è indispensabile che il PD di Catanzaro, come tutte le componenti politiche, riconquistino con orgoglio l’autonoma capacità decisionale, dismettendo le tentazioni di qualche apprendista opinion leader, al fine di delineare una prospettiva di sviluppo della Politica e della Città, con metodi e contenuti dei quali, sono sicuro, si potrà giovare pienamente l’intera comunità.

In virtù di quanto sopra, sento il dovere morale e politico di rivolgermi agli iscritti al PD, alla comunità politica catanzarese e a tutte le istituzioni di promuovere - non appena possibile - ogni iniziativa ritenuta utile, al fine di riprendere la discussione e l’attività politica, per troppo tempo sospese, anche al fine di “resistere” ad “ambienti” non rappresentativi della nostra collettività.

*Avvocato, ordinario di Diritto Privato

Patrocinante in Cassazione

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