di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
“Manifestiamo e scioperiamo per le grandi questioni del lavoro in Calabria e altri temi centrali".
A sostenerlo è Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area vasta, al termine della manifestazione interregionale promossa da Cgil e Uil svolta questa mattina sotto la prefettura di Catanzaro che ha previsto un incontro con il capo di Gabinetto Turco e una presenza di circa 200 manifestanti.
L’iniziativa ha riguardato i settori del pubblico impiego, istruzione, trasporti e sevizi ed è stata accompagnata da uno sciopero di 4 ore a livello territoriale, a Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria.
“Abbiamo rappresentato le rivendicazioni agli organi dello Stato e annunciato lo sciopero generale dell’1 dicembre in Calabria – afferma Scalese - . Abbiamo parlato della piattaforma del governo e della sicurezza dei posti di lavoro. Qualche mese fa avevamo intavolato un ragionamento sul dramma che persiste e sui disagi che vivono le lavoratrici e i lavoratori calabresi, e nei prossimi giorni continueremo con gli scioperi. La Prefettura si è impegnata a portare le nostre istanze al ministero”.
Presente anche, in rappresentanza della segreteria regionale della Cgil, Luigi Veraldi. “Rivendichiamo un servizio pubblico che garantisca il diritto di cittadinanza alle persone, investimenti nel mondo del precariato, nel diritto alla salute e nei lavoratori pubblici, valorizzazione del contratto nazionale e della contrattazione decentrata, una norma sul salario minimo”, ha detto Veraldi ricordando che la Cgil Calabria ha annunciato che la protesta continuerà nei prossimi giorni, con lo sciopero generale del 1 dicembre, che coinvolgerà anche le altre categorie.
“Lo sciopero dei servizi pubblici in Calabria è un segnale importante del malcontento dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. La manovra finanziaria del governo, infatti, non prevede investimenti sufficienti per garantire la qualità dei servizi pubblici, né per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti – ha detto ancora -. C’è la necessità di investire nel diritto alla salute, che è stato messo a dura prova dalla pandemia. Il settore sanitario, infatti, è sottostimato rispetto alla dotazione organica e quotidianamente affronta delle sfide non solo per le cure e le diagnosi, ma anche per il turn over, che non è stato garantito. Lo sciopero di oggi è solo l’inizio”.
Dal canto suo, Fabio Tomaino, segretario generale Uil Crotone spiega: “Siamo di nuovo in piazza dopo un anno di governo. Critichiamo l’autonomia differenziata e la legge di bilancio. Ci penalizzano sulle pensioni perché c’è un accanimento suo dipendenti pubblici, gli ufficiali giudiziari, medici e insegnanti. Per quanto concerne la sicurezza sui luoghi di lavoro, “non viene messo un euro sulla prevenzione. Non vi è una lotta al precariato e all’evasione fiscale che produce 100 miliari all’anno. Con Draghi siamo riusciti ad applicare una tassa sugli extraprofitti che ha prodotto un introito di 14 miliardi mentre ora solo due. Manca la volontà di voler mettere mano alle multinazionali che denota grande incapacità”.
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