Chiaravalle, caos Tari: “Si paga al buio, cittadini trattati come bancomat”

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La sede del Comune di Chiaravalle Centrale
  10 luglio 2025 09:49

Una tassa da pagare senza sapere quanto si dovrà effettivamente pagare. È questa, in estrema sintesi, la denuncia del movimento civico Radici e Ali, che interviene con durezza sulla gestione della TARI 2025 da parte dell’amministrazione comunale. In questi giorni, infatti, i cittadini stanno ricevendo l’avviso per il pagamento dell’acconto, ma – sottolineano dal movimento – le tariffe non risultano approvate dal Consiglio comunale, come previsto dalla normativa vigente.

“È un abuso – afferma Radici e Ali in una nota –. Si pretende il versamento del 50% della tassa basandosi sul costo dell’anno precedente, senza però aver stabilito ufficialmente le tariffe per il 2025. Una prassi scorretta, lesiva dei diritti dei cittadini a conoscere, comprendere e programmare le proprie spese. È come chiedere un acconto per una spesa ignota, da definire a posteriori”.

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La proposta: una lettera al Prefetto

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Per questo motivo il movimento lancia una proposta forte e concreta: invitare tutti i cittadini a scrivere una lettera formale di protesta al Prefetto di Catanzaro, chiedendo il suo intervento immediato per accertare la regolarità della procedura adottata dal Comune.

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“Non possiamo più accettare l’idea che Chiaravalle venga amministrata con l’improvvisazione e il silenzio dal sindaco Donato. Il Prefetto è l’autorità competente per garantire il rispetto della legalità amministrativa e la trasparenza degli enti locali. Si configura una grave anomalia amministrativa, che va segnalata ufficialmente”.

Il nodo giuridico: senza delibera, niente acconto

Dal punto di vista giuridico, la posizione di Radici e Ali si fonda su un principio chiaro: l’articolo 1, comma 683, della legge 147/2013 stabilisce che le tariffe della TARI devono essere approvate ogni anno dal Consiglio comunale entro il termine fissato per l’approvazione del bilancio di previsione. Solo dopo tale approvazione è possibile emettere atti impositivi legittimi, comprensivi anche dell’acconto.

“In assenza di una delibera di approvazione delle tariffe – spiegano dal movimento – qualsiasi richiesta di pagamento è quantomeno priva di trasparenza e potenzialmente impugnabile davanti al giudice, soprattutto se non accompagnata da una chiara informativa sulla base di calcolo adottata”.

La situazione viene definita “intollerabile” anche alla luce di quanto accaduto nel 2024, anno in cui – secondo quanto già denunciato dalla minoranza consiliare – il Comune non avrebbe trasmesso al Ministero le tariffe TARI, in violazione degli obblighi normativi.

Un Comune “senza bussola”

“Chiaravalle è ormai ostaggio di un’amministrazione senza bussola, che naviga a vista – conclude Radici e Ali –. Non c’è visione, non c’è programmazione, non c’è rispetto per il ruolo istituzionale del Consiglio comunale, né per i diritti minimi dei contribuenti. È giunto il momento che siano i cittadini a reagire, civilmente ma fermamente, davanti a un modo di governare che offende l’intelligenza e la dignità di tutti”.

Il movimento invita dunque i cittadini a inviare entro pochi giorni una PEC o una raccomandata al Prefetto, allegando copia dell’avviso di pagamento ricevuto e chiedendo di verificare la regolarità degli atti emessi dall’ente comunale, anche alla luce delle disposizioni del Testo Unico degli Enti Locali.

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