Chiaravalle Centrale accoglierà donne e bambini in fuga dall'Ucraina

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  27 febbraio 2022 15:38

“Chiaravalle apre le porte alle famiglie in fuga dalla guerra”. Un atto deliberativo formale quello del sindaco della città calabrese, Domenico Donato, che in questi giorni ha già incontrato una rappresentanza dei tanti immigrati ucraini che vivono e lavorano nel comprensorio delle Preserre catanzaresi.

“Oltre a condannare l'aggressione russa, ho garantito loro - ha dichiarato Donato nell'annunciare il piano di accoglienza - piena solidarietà e massimo sostegno. In termini pratici, come amministrazione comunale metteremo in campo ogni azione utile per dare ospitalità ad anziani, donne e bambini, vittime di una tragedia immane”. Si lavora già, nella sede municipale, per individuare le strutture destinate a diventare un rifugio sicuro per i profughi di guerra: più di cinque milioni, secondo le ultime stime. Chiaravalle farà la sua piccola parte, non solo mettendo a disposizione edifici comunali e spazi pubblici “ma anche eventuali case sfitte e appartamenti che i cittadini di Chiaravalle vorranno offrire come risposta alla grave crisi umanitaria che sta investendo l'Europa intera”. “Oltre a ciò - ha spiegato il sindaco - siamo pronti ad aiutare le famiglie che hanno la necessità di ricongiungersi con i propri parenti già accolti in altre nazioni”. “La tragedia ucraina - ha commentato Donato - chiama tutte le istituzioni e la cittadinanza a essere parti attive in questa emergenza, e promotori di un concreto impegno umanitario”. L'accoglienza sarà, dunque, gestita dal Comune “in stretto contatto con la Prefettura di Catanzaro”. “Intanto pensiamo ad affrontare il primo bisogno concreto - ha concluso - offrire cioè una casa, un luogo sicuro e dignitoso dove per queste persone sia possibile compiere il primo passo verso un ritorno alla normalità. E poi metteremo in campo tutte le risorse capaci di generare solidarietà, vicinanza, relazione, sulla scia di esperienze passate che hanno aperto questo territorio a percorsi esemplari di integrazione e tolleranza”.

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