La politica a Chiaravalle Centrale è scossa da un episodio che ha lasciato l’amaro in bocca alla collettività. Il litigio, tutt’altro che edificante, tra il sindaco e un suo ex assessore ha segnato una frattura che va oltre la semplice dialettica politica. Questo scontro non è solo un fatto personale tra due figure istituzionali, ma il simbolo di un’esperienza amministrativa giunta a un epilogo deludente per molti cittadini. Chi aveva votato e aveva riposto sincere speranze di “ripensamento”, oggi vive con delusione questo episodio. Che mette a nudo, per l’ennesima volta, l’assoluta inadeguatezza di chi ricopre importanti ruoli istituzionali, a cominciare dal sindaco, ingiustificabile.
"Noi di CHI.CE - si legge in una nota a firma del movimento Chiaravalle attiva - abbiamo sempre mantenuto alta la vigilanza, l’attenzione e soprattutto l’affetto per Chiaravalle Centrale. Abbiamo creduto e crediamo ancora nella possibilità di vedere rinascere questo paese, e continueremo a lavorare per questo obiettivo. Tuttavia, di fronte a episodi come quello del Consiglio di giovedì scorso, emerge un atroce sospetto: e se questa generazione avesse perso la propria chance? La generazione che aveva il compito di far rinascere Chiaravalle e di ripensarla con nuove prospettive, dopo i grandi fasti del passato e le mediocri situazioni degli ultimi decenni, oggi ha fallito definitivamente nel suo intento".
"Non è solo una questione di singoli, ma di un intero modo di intendere la politica e la gestione della cosa pubblica, di voglia di riscatto, di idea di città, di credere che Chiaravalle valga più di quel che è. Quindi, di una maggioranza che in quasi dieci anni è stata incapace di essere ambiziosa, di assessori e consiglieri impalpabili e dediti a piccole faccende ordinarie, a cercare perennemente il consenso nelle case dei chiaravallesi invece di costruire una visione politica per il presente e il futuro della nostra cittadina. Una maggioranza sempre allergica al confronto, che ha vissuto il consiglio comunale come un “fastidio”, da “concedere” il meno possibile; per poi sprofondare nell’ultima, mortificante, seduta. Che è frutto di una certa carenza atavica di senso delle istituzioni da parte di chi amministra, come più volte evidenziato da CHI.CE".
"La comunità, che aveva riposto speranze in una rinascita della città, oggi si ritrova disorientata e in cerca di risposte. Il rischio più grande è che questa disillusione dei cittadini diventi definitiva, che il sogno di un paese migliore si spenga nella rassegnazione e nell’indifferenza. Ma la storia non è ancora scritta. Il futuro di Chiaravalle Centrale dipende dalle scelte di oggi e dalla capacità di rialzarsi. E dalla dignitosa consapevolezza da parte di tutti coloro i quali hanno illuso e deluso i chiaravallesi, di aver fatto amministrativamente il loro tempo. Solo così si può restituire alla politica il suo ruolo più alto: quello di servizio alla comunità".
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