Chiaravalle, clamorosa protesta dell’opposizione: “Occupiamo la sala consiliare”

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Sabato 22 novembre incontro aperto alla comunità e alla stampa: “Il sindaco Donato mortifica la democrazia”

  13 novembre 2025 11:10

“A Chiaravalle si sta consumando, nel silenzio assordante del potere, uno schiaffo alla democrazia”. Lo scrivono, in una nota, i consiglieri comunali di opposizione Claudio Foti, Giuseppe Rauti e Vito Maida. “Il Sindaco Donato – denunciano - ancora una volta, nega al Consiglio Comunale il suo diritto di esistere, rifiutandosi di convocarlo nonostante le ripetute e formali richieste della minoranza. Un comportamento che offende le istituzioni, mortifica i ruoli e calpesta le regole fondamentali della convivenza democratica. Ci chiediamo: quali sono le ragioni di tanto accanimento? Perché un primo cittadino, eletto per rappresentare tutti, si ostina a imbavagliare il dibattito e a fuggire dal confronto? Possiamo ancora parlare di democrazia quando un Consiglio Comunale viene ridotto al silenzio per volontà di una sola persona?”.

“Le questioni sul tavolo – prosegue la nota - non sono affatto marginali: rappresentano nodi politici e amministrativi di estrema gravità, che impongono con urgenza la convocazione del Consiglio Comunale e un chiarimento pubblico e trasparente. In primo luogo, la mancata apertura del Polo Culturale nel complesso dei Padri Cappuccini, finanziato con oltre 400.000 euro di fondi pubblici, è una ferita aperta per l’intera comunità. Un bene restituito alla città grazie a risorse pubbliche e oggi incomprensibilmente chiuso e sottratto alle scuole, agli studiosi, alle università e ai cittadini. Il Polo Culturale non è stato concepito per ospitare sporadiche presentazioni di libri o qualche mostra d’arte di facciata, utile solo a far credere che le porte siano aperte. È nato per essere un luogo vivo di ricerca, confronto e partecipazione, patrimonio della comunità e motore culturale del territorio e non un contenitore simbolico da esibire all’occorrenza”. “A ciò – attaccano Foti, Rauti e Maida - si aggiunge la gestione opaca della riscossione coattiva dei tributi, affidata a una società esterna. Un affidamento avvolto nella nebbia, con assenza di trasparenza , sui costi e sulle modalità operative, e con gravi perplessità sul rispetto delle procedure previste dalla legge”.

“Ma l’aspetto più inquietante – è l’affondo dell’opposizione - riguarda la dubbia legittimità di alcuni atti amministrativi prodotti, la cui regolarità non è in alcun modo comprovata. Mancano i controlli, mancano i riscontri documentali, mancano informazioni chiare sui dati economico-finanziari dell’Ente. Una situazione che non può essere più taciuta e che impone un’azione immediata di verifica istituzionale già da diverso tempo lanciata dalla minoranza Quando la trasparenza viene negata, quando gli atti non sono chiari, quando le procedure non rispettano le regole, la democrazia smette di essere tale e si trasforma in arbitrio amministrativo. Temi delicati, economicamente e politicamente rilevanti, che meritano risposte chiare e a pagarne le conseguenze sono i cittadini. E invece, il sindaco sceglie la via più comoda: il silenzio e la prepotenza, vantandosi persino nei corridoi di poter decidere da solo se e quando convocare il Consiglio Comunale. Un atteggiamento che rappresenta una ferita profonda alla democrazia locale, un insulto ai principi di trasparenza e partecipazione”.

“Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto, con l’ultima nota trasmessa il 30 ottobre – sottolineano - i consiglieri di minoranza annunciano un’iniziativa pubblica: Sabato 22 novembre incontro aperto alla comunità e alla stampa. Un momento di chiarezza e denuncia, in cui saranno illustrati i fatti, i documenti e le omissioni di un’amministrazione che ha scelto la chiusura invece del dialogo. E se il silenzio istituzionale dovesse continuare, la minoranza è pronta ad andare oltre: occupazione della sala consiliare. Un gesto estremo, simbolico ma profondamente civile, come l’occupazione pacifica della sala consiliare, non nasce da provocazione, ma da un grido di responsabilità per le istituzioni. Non dovrebbe mai essere necessario arrivare a tanto per difendere la democrazia, eppure oggi siamo costretti a farlo, per richiamare l’attenzione di chi ha il dovere di vigilare. Chiediamo che le autorità competenti intervengano con urgenza per ripristinare la legalità democratica in un Comune dove le regole vengono sistematicamente ignorate. Non si può, e non si deve, giungere a gesti così estremi solo per ottenere il rispetto di ciò che dovrebbe essere normale: le regole, il confronto e la trasparenza. Nel 2025 non possiamo più tollerare che la democrazia venga calpestata così apertamente. Non possiamo restare spettatori mentre si spengono le luci sul luogo simbolo della partecipazione civile: il Consiglio Comunale. La minoranza non si piega. Chiaravalle merita trasparenza, rispetto e verità. E se il sindaco continuerà a chiudere le porte, sarà la voce dei cittadini a spalancarle”.


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