Chiaravalle, Foti sul caso dei debiti: “Il Comune riconosce 457 mila euro di passivo negato per mesi”

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L’ex assessore accusa il sindaco Donato: “Da pochi euro a mezzo milione. A pagare sono i cittadini, con l’IMU usata per coprire le falle del bilancio”

  21 dicembre 2025 09:33

“Con delibera di Giunta Comunale n.129 del 11.12.2025, il Sindaco Donato ha approvato formalmente l’elenco dei debiti del Comune verso imprese e fornitori ed autorizzato l’Ufficio Tecnico alla sottoscrizione degli atti transattivi con le ditte creditrici. Atti ufficiali che certificano una verità per troppo tempo negata, minimizzata e persino derisa in sede istituzionale dal Sindaco. Questa vicenda rappresenta uno dei momenti più gravi dello scontro politico che mi ha visto contrappormi al sindaco Donato, uno scontro che ha contribuito in maniera determinante alla rottura politica e alla mia uscita, da ex assessore, dalla maggioranza”. Lo scrive in una nota il consigliere comunale di minoranza ed ex assessore Claudio Foti.

“Una frattura maturata a causa della gestione opaca e irresponsabile di una situazione debitoria fuori controllo, più volte segnalata e sistematicamente smentita dal primo cittadino” prosegue. “Resta scolpito – scrive Foti - per gravità politica e istituzionale, quanto accaduto in Consiglio Comunale del 26 novembre 2024, quando il sindaco Donato concluse il proprio intervento con una dichiarazione pesantissima, affermando: qualcuno parla di debiti… ma di cosa parla? Forse di qualche migliaio di euro che vanta qualche sua ditta amica? Aggiungendo poi che si sarebbe dovuto andare a verificare dove fossero stati fatti quei lavori. Parole che oggi, alla luce degli atti approvati dalla sua stessa Giunta, assumono un significato ancora più grave”.

“Perché – evidenzia l’ex assessori - quei presunti qualche migliaio di euro sono diventati 457.561,18 euro di debiti ufficialmente riconosciuti, ridotti solo grazie a una transazione con abbattimento del 10%, senza la quale l’esposizione avrebbe superato i 508.401,30 euro. E quella che il sindaco aveva liquidato come una ditta amica si è rivelata essere un insieme di nove imprese creditrici, tutte lasciate per anni senza risposte, senza certezze e senza rispetto”.

“Ma c’è un elemento che è doveroso chiarire con forza ai cittadini – analizza Claudio Foti nella sua nota. -  La copertura finanziaria di questi debiti è garantita dalle entrate IMU. Proprio da quelle entrate che derivano dalle tasche dei cittadini, gli stessi che in questi giorni si vedono recapitare avvisi, solleciti e richieste di pagamento sempre più gravose. Mentre ai cittadini si chiede di stringere la cinghia, emerge che centinaia di migliaia di euro servono a coprire debiti che per anni sono stati negati pubblicamente. Questo rende la vicenda ancora più grave sotto il profilo politico e morale. Il sindaco Donato esce da questa storia smentito dai fatti, inchiodato dagli atti e delegittimato dalle proprie dichiarazioni. Non è l’ex assessore a metterlo in difficoltà: è la realtà amministrativa che oggi emerge in tutta la sua evidenza. Un comportamento gravissimo che offende le istituzioni e tradisce la fiducia dei cittadini”. “Il sindaco – accusa Foti - deve chiedere scusa. Subito. Deve scusarsi: con i cittadini, ingannati per mesi mentre i loro soldi, frutto di sacrifici quotidiani, venivano usati per coprire debiti che ufficialmente non esistevano. Con le imprese, prima abbandonate al loro destino, poi calunniate pubblicamente per mascherare responsabilità politiche. Con la propria Giunta, presa in giro per mesi con false rassicurazioni su una situazione che era già fuori controllo”.

“Mentire sui debiti – conclude - non è un errore politico, è una violazione del patto di fiducia di chi amministra una pubblica amministrazione. L’ex assessore Foti esprime profonda e legittima soddisfazione: i fatti gli hanno dato ragione. Per mesi ha sollecitato, incalzato, spinto il sindaco ad agire. Ha stimolato ogni possibile iniziativa per affrontare il problema. La sua ultima comunicazione al Sindaco è stata un appello inequivocabile: convocare la Giunta e assumere formalmente la responsabilità dei debiti con un atto ufficiale. Tutto ciò, perché il sindaco voleva sottrarsi. Il sindaco Donato, al contrario, ha scelto la strada della negazione sistematica, della minimizzazione e della derisione pubblica, trasformando una grave criticità amministrativa in una questione di credibilità politica personale. Un ringraziamento sincero - sottolinea l'ex assessore - va innanzitutto ai cittadini, le cui tasse – in particolare le entrate IMU – sono state utilizzate per sanare debiti che il sindaco ha negato fino all'ultimo. Il sindaco non ha avuto il coraggio di dire ai cittadini la verità: che i soldi dell'IMU, versati puntualmente dalle famiglie e dalle imprese, sarebbero stati usati per pagare debiti che ufficialmente non esistevano. Soldi pubblici, frutto dei loro sacrifici quotidiani, impiegati in silenzio per rimediare a una gestione amministrativa che ha preferito nascondere i problemi anziché affrontarli con trasparenza. Pagare le tasse è un dovere civico. Sapere come vengono spese è un diritto democratico che il sindaco ha calpestato. Un ringraziamento va anche alle imprese creditrici, che nonostante i ritardi, l’abbandono istituzionale e il pubblico discredito subito, hanno dimostrato senso di responsabilità e rispetto per la comunità. Hanno accettato una riduzione del 10% dei propri crediti legittimi pur di chiudere una vicenda dolorosa che non avrebbero mai dovuto subire. Loro hanno rinunciato a parte di quanto gli spettava. Il sindaco, invece, non ha mai rinunciato alle sue menzogne. Ma è bene che sia chiaro: questo è solo un primo tassello. Restano ancora da chiarire le posizioni debitorie relative alle forniture di energia elettrica e ad altre obbligazioni che attendono di emergere. Alla luce di tutto questo, una cosa è ormai chiara: la verità non si deride, non si insabbia e non si nega. Prima o poi presenta il conto”.


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