I consiglieri di opposizione Foti, Maida e Rauti attaccano il sindaco Donato: “Si è svegliato solo dopo le nostre denunce. E adesso? Silenzio su tutto: appalti, varianti, responsabilità”
04 luglio 2025 10:07“Un impianto sportivo che doveva rappresentare il fiore all’occhiello della rinascita cittadina è diventato il simbolo dell’immobilismo e delle scelte discutibili del sindaco Donato”. È questo il j’accuse dei consiglieri comunali di minoranza Claudio Foti, Vito Maida e Giuseppe Rauti, che puntano il dito contro l’amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale per la gestione del progetto di messa in sicurezza dell’impianto sportivo di località Foresta.
“Solo grazie alla nostra azione di pungolo e controllo dei giorni scorsi – dichiarano i consiglieri – il Sindaco si è finalmente svegliato dal letargo e ha fatto allestire il cantiere. Ma di operai non se ne vedono; quello che vediamo oggi è l’ennesimo stop, l’ennesimo silenzio. Il cantiere, che tanto aveva alimentato la propaganda elettorale, è fermo. Non c’è chiarezza, non c’è trasparenza”.
Una questione centrale ruota attorno a una variante approvata a fine 2024 che, secondo i tre esponenti della minoranza, avrebbe stravolto completamente il progetto iniziale. “L’intervento originario – spiegano – pare prevedesse la demolizione e la ricostruzione della tribuna coperta, in base a indagini tecniche e alla mancanza di collaudo statico. Ora invece si procede con un semplice adeguamento sismico. Un cambiamento radicale che solleva interrogativi pesanti”.
Domande a cui nessuno ha risposto: “Dove sono i pareri del Segretario comunale, responsabile dell’anticorruzione? Una variazione così sostanziale non richiedeva forse una nuova procedura di gara?”.
Nel frattempo, la documentazione richiesta dalla minoranza resta introvabile: “Abbiamo chiesto i documenti, ma il Sindaco non ci ha fatto pervenire nulla. Forse, come sempre, è colpa degli uffici. Ormai siamo allo scaricabarile permanente: quando c’è un problema, il primo cittadino si defila e attribuisce ogni responsabilità alla macchina burocratica. Ma qui la responsabilità è politica. Ed è pesante”.
La conclusione è amara: “A Chiaravalle si fanno annunci, si posano cartelli di cantiere, si tagliano nastri a vuoto. Poi tutto si ferma. E così, mentre il sindaco tace e la giunta si rifugia dietro gli uffici, il calcio se ne va a Soverato. E con lui, un altro pezzo di dignità sportiva e comunitaria della nostra città”.
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