Il consigliere d'opposizione critica l'inerzia dell'amministrazione: nessun progetto culturale e di marketing territoriale
“Il Convento dei Cappuccini di Chiaravalle Centrale è stato restaurato, ma a quale fine?”. Questa è la domanda che pone Claudio Foti, consigliere comunale d'opposizione, mentre punta il dito contro “l'immobilismo dell'amministrazione Donato”. Dopo la conclusione dei lavori pubblici per il recupero del complesso conventuale, spiega Foti, “non vi è traccia di un piano concreto per la sua valorizzazione culturale e turistica, come previsto dai documenti progettuali”.
Il progetto infatti “finanziato con fondi pubblici e regionali, mirava non solo alla ristrutturazione del Convento dei Cappuccini, ma anche alla creazione di un Polo culturale e museale con un Centro Documentale di ricerca sulle fonti bibliografiche antiche e sull'arte sacra”.
Secondo la “Relazione tecnica descrittiva” e la “Scheda Progetto”, il complesso doveva trasformarsi in “un centro attivo per la promozione culturale e turistica, con eventi, seminari e collaborazioni internazionali”. Tuttavia, Foti denuncia “l'assoluta assenza di azioni concrete in questa direzione”.
“Non c'è nessun progetto di utilizzo da parte dell’amministrazione comunale. Oggi vediamo solo quelle porte chiuse al pubblico. Io mi sono fortemente adoperato per la ristrutturazione e la messa in sicurezza, quindi per la parte tecnica, e sono felice del risultato in termini di opera. È un progetto che ho fortemente voluto sin dal programma elettorale 2016.
Ma oggi, dov'è tutto il resto?”, afferma Foti, visibilmente “deluso dall'inerzia dell'amministrazione, del sindaco e degli assessori preposti”. La sua critica è netta: “Non basta aver messo in sicurezza e riqualificato il convento, ora è necessario perseguire gli obiettivi culturali e di marketing territoriale che erano alla base dell'intero progetto”.
Il progetto, così come delineato nei documenti ufficiali, prevedeva la creazione di una biblioteca storica, un museo di arte sacra e un museo della civiltà contadina ed artigiana del comprensorio, con attività collaterali come convegni, workshop e seminari per promuovere la cultura e la storia locali. “Bisogna perseguire gli obiettivi per cui era nato il progetto. L'assessore alla Cultura, Pina Rizzo, deve rispondere”, continua Foti, accusando apertamente l'amministrazione di aver perso la bussola nella gestione del patrimonio culturale del paese.
Il Convento, situato in posizione dominante sulla vallata di Chiaravalle Centrale, rappresenta “uno dei più importanti complessi monumentali dell'area centrale calabrese”. Tuttavia,” l'assenza di un piano per l'utilizzo pubblico e culturale delle strutture restaurate rischia di vanificare gli sforzi compiuti fino ad ora”. “La ristrutturazione era solo un primo passo, ma senza contenuti il progetto rimane monco”, conclude il consigliere, lanciando un appello per dare finalmente vita a quella visione culturale e di promozione territoriale che avrebbe dovuto rappresentare il cuore dell’opera.
“La comunità tutta - conclude Foti - attende ora risposte da parte dell'amministrazione, mentre il Convento resta chiuso, in attesa che quel sogno di un polo culturale e museale si trasformi in realtà concreta. Riuscirà Chiaravalle a cogliere questa opportunità per valorizzare il proprio patrimonio storico e culturale, o il Convento dei Cappuccini rimarrà per sempre un'occasione mancata? La risposta è nelle mani del sindaco Donato e dell’assessore Rizzo”.
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