Chiaravalle, il sindaco nega il Consiglio: l’opposizione insorge

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La sede municipale di Chiaravalle
  19 giugno 2025 17:43

“Il sindaco Domenico Donato ha deciso, come al solito, di non accogliere la richiesta di convocazione del consiglio comunale presentata dalla minoranza, stavolta sul progetto di riqualificazione del convento”. Lo annunciano i consiglieri comunali Claudio Foti, Vito Maida e Giuseppe Antonio Rauti, protagonisti di una dura reazione di protesta. La lettera con cui il primo cittadino comunica il diniego e rimanda ogni chiarimento all’Ufficio Tecnico, ha così innescato un acceso scontro politico.

A far infuriare i consiglieri comunali di minoranza Claudio Foti, Vito Maida e Giuseppe Antonio Rauti non è solo il contenuto del documento, ma anche il tono liquidatorio e impreciso della risposta. “Il sindaco – denunciano – non conosce nemmeno il cognome del Prefetto di Catanzaro, al quale ha inviato per conoscenza la missiva, intestandola erroneamente alla dott.ssa Latella. Un errore istituzionale grave, indice di superficialità e confusione”.

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Ma è sul piano del diritto amministrativo che l’opposizione affonda il colpo, contestando in modo puntuale l’intero impianto giuridico sostenuto dal sindaco. Secondo Donato, infatti, la richiesta non sarebbe ammissibile in quanto riguarderebbe un'opera già realizzata e dunque estranea alle competenze del Consiglio comunale, come previsto dall’art. 42 del TUEL. Una posizione che la minoranza bolla come strumentale e giuridicamente infondata.

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“Il sindaco – affermano – confonde deliberatamente il piano gestionale con quello politico, ignorando che il consiglio ha piena titolarità nel richiedere informazioni e valutazioni su atti amministrativi, soprattutto quando si parla di opere pubbliche e di impiego di risorse. Inoltre, il fatto che l’opera sia stata realizzata non esclude affatto un vaglio consiliare, soprattutto se emergono criticità gestionali o politiche nel procedimento”.

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La risposta del primo cittadino, che chiama in causa genericamente la “competenza residuale della Giunta” e l’ambito “burocratico-amministrativo”, viene giudicata dalla minoranza come un tentativo maldestro di evitare il confronto pubblico, in un momento in cui cresce il malcontento su diversi fronti della gestione comunale.

“Il problema ancora più grave che il sindaco - chissà - forse volutamente sottace – proseguono - riguarda la ricaduta economia del finanziamento pubblico concesso dalla Regione Calabria per realizzare un’opera pubblica utilizzando fondi cosiddetti strutturali a sostegno delle politiche europee, tenuta chiusa e non usufruibile al pubblico. Oltre a quanto ampiamente già detto l’amministrazione a guida Donato non starebbe valutando le ripercussioni negative sul bilancio che potrebbero riguardare la restituzione dei fondi a Regione Calabria, per utilizzo fondi pubblici la cui ricaduta è pari a zero euro. Stiamo parlando di un Progetto per il Recupero e valorizzazione del Convento dei Padri Cappuccini per la realizzazione di un Polo Culturale Museale, sottratto al pubblico utilizzo.  Come si può demandare agli uffici una scelta politica, una decisione politica che peraltro per diversi anni è stata riportata nella sezione strategica del documento unico di programmazione? Un danno di immagine ma soprattutto di cattiva gestione della cosa pubblica e di utilizzo dei fondi pubblici. Un comportamento ed un atteggiamento di una gravità inaudita”.

“Ancora una volta – concludono i consiglieri – assistiamo a un uso distorto delle prerogative istituzionali per eludere il principio di trasparenza e depotenziare il ruolo del consiglio comunale. Il sindaco ha paura del confronto in aula. Ma non resteremo a guardare. Continueremo ad esercitare con determinazione il nostro diritto-dovere di controllo e denuncia”.

Un nuovo capitolo, dunque, in una stagione politica che a Chiaravalle si fa sempre più tesa e che preannuncia ulteriori scontri istituzionali.

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