Chiaravalle, l’opposizione: “Sul Convento, perché il sindaco non convoca il consiglio?”

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Maida, Rauti e Foti attaccano: “L’amministrazione ignora il TUEL e vanifica un progetto strategico. Il sindaco paralizza un intero paese, faccia un passo indietro”

  11 giugno 2025 12:03

“Alla data odierna, 11 giugno 2025, non è ancora stata convocata la seduta del Consiglio Comunale richiesta formalmente dai consiglieri di opposizione Vito Maida, Giuseppe Rauti e Claudio Foti per discutere la mancata apertura del Convento dei Padri Cappuccini, oggetto di un articolato progetto di valorizzazione finanziato con fondi FSC Calabria 2014–2020”. Lo scrivono i tre esponenti consiliari.

Una “latitanza istituzionale” che i tre della minoranza definiscono “inaccettabile”, ribadendo che i termini stabiliti dalla legge sono chiari e vincolanti: “Il TUEL – spiegano – impone che il consiglio venga effettivamente convocato e svolto entro venti giorni dalla richiesta presentata dai consiglieri. Eppure, a Chiaravalle, il Testo Unico viene disatteso con sistematicità preoccupante.”

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Il punto richiesto all’ordine del giorno verte sulla mancata apertura della struttura culturale all’interno del convento, nonostante i lavori siano conclusi e collaudati da oltre un anno. Secondo i consiglieri, l’amministrazione avrebbe completamente ignorato gli obiettivi dichiarati del progetto, tra cui la creazione di un centro documentale e museale dedicato alla ricerca su fonti antiche e arte sacra “e aperto al pubblico”.

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“È evidente – attaccano Maida, Rauti e Foti – che la maggioranza non ha ben compreso la portata e il senso del finanziamento. Si trattava di un’opera strategica, inserita in una visione di più ampio respiro - valorizzare la struttura conventuale per far rientrare Chiaravalle nei circuiti turistico-culturali regionali. L’obiettivo era attivare un volano di sviluppo per il territorio, rilanciandolo sul piano culturale, sociale ed economico. E invece oggi quella struttura, realizzata con risorse pubbliche, è chiusa, abbandonata e totalmente rimossa dal dibattito pubblico. Resta da chiedersi se siamo di fronte a un’occasione irrimediabilmente persa, o se piuttosto il vero problema sia l’incapacità dell’amministrazione di immaginare, pianificare e realizzare progetti mirati e coerenti con una strategia di sviluppo territoriale.”

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Il ritardo nella convocazione viene interpretato dall’opposizione come “l’ennesima conferma di una paralisi amministrativa ormai strutturale”. Secondo i tre consiglieri, a pesare non è solo la lentezza procedurale, ma soprattutto “una profonda incapacità politica di affrontare con serietà un tema tanto delicato e strategico”.

“Oggi sembra prevalere una gestione puramente ordinaria dell’amministrazione – sottolineano i consiglieri – che non possono esaurire l’azione politica. Il rilancio della struttura conventuale rappresentava invece una sfida più alta, una visione che puntava a proiettare Chiaravalle oltre i confini del quotidiano, inserendola nei percorsi culturali e turistici della Calabria, come già avviene in molte altre realtà territoriali che hanno saputo investire con coraggio e lungimiranza”.

“Servirebbero coraggio, visione e trasparenza – denunciano – ma l’attuale amministrazione continua a fuggire dalle proprie responsabilità, rinunciando di fatto a governare con efficacia le scelte cruciali per il futuro della comunità.”

Il messaggio al sindaco Domenico Donato è diretto: “Se non è più in grado di gestire l’ente con la responsabilità dovuta ai cittadini, allora abbia il coraggio di farsi da parte. Chiaravalle ha bisogno di un’amministrazione che agisca, che dia risposte concrete. Non di paralisi, silenzi, omissioni e porte chiuse”.

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