Chiaravalle, “Non possiamo morire di Donatismo”: l’affondo di Radici e Ali contro il sindaco
04 agosto 2025 07:50Il movimento civico attacca duramente l’azione politica di Domenico Donato, accusato di svuotare la democrazia locale con una gestione autoreferenziale e priva di visione.
“A Chiaravalle non possiamo morire di Donatismo.” Con questa espressione forte e provocatoria, il movimento civico Radici e Ali lancia un nuovo, durissimo attacco al sindaco Domenico Donato, denunciando una deriva personalistica e autoreferenziale nella gestione del potere locale.
Il “Donatismo”, secondo la definizione coniata dagli attivisti, sarebbe molto più di una semplice critica politica: rappresenterebbe una vera e propria "patologia del potere", caratterizzata da un "accentramento egoico che ha progressivamente svuotato la democrazia nel comune". “Qui – scrive il movimento – l’autocelebrazione di un unico e solo leader ha sostituito il confronto democratico. Ogni forma di dissenso viene percepita come lesa maestà, ogni voce contraria è un ostacolo da rimuovere.”
Ma il “Donatismo” non sarebbe solo una questione di stile politico. Per Radici e Ali, si tratta di una modalità di governo dove l’immagine conta più dei risultati concreti, dove si procede senza alcuna programmazione, inseguendo gli eventi anziché guidarli, e dove l’apparenza soppianta la sostanza. “È la politica del fumo senza arrosto – scrivono – in cui si sopravvive alla giornata, senza visione e senza futuro.”
Non mancano neppure le accuse di "scorrettezza istituzionale". Secondo il movimento, Donato avrebbe costruito "un sistema" in cui si delegittimano gli avversari politici con artifici e sotterfugi, salvo poi "subire l’effetto boomerang delle proprie manovre". Una strategia, questa, che alimenta divisioni sociali e blocca ogni possibilità di crescita collettiva.
È la logica di "un Donato trincerato con i suoi fedelissimi, che governa con in mano le sue liste di proscrizione: da un lato i “buoni” da premiare, dall’altro i “cattivi” da colpire, in un clima di esclusione e vendette personali che soffoca ogni forma di partecipazione democratica".
“Ecco perché – concludono da Radici e Ali – Chiaravalle non può e non deve morire di Donatismo.” Un appello accorato che vuole essere insieme "denuncia e invito al risveglio democratico", affinché la politica locale torni a essere confronto, progettualità e rispetto delle regole.