Il movimento civico "Radici e Ali" denuncia episodi gravi: il sindaco Donato si appella ai carabinieri per sequestrare un cellulare e nei verbali scompaiono alterchi e interventi non autorizzati. “Si è passati dalla promessa di consigli aperti alla censura”
06 giugno 2025 12:51"Dov’è finita la trasparenza e la normale dialettica politica? A Chiaravalle è morta". È la denuncia forte e circostanziata del movimento civico Radici e Ali, che ha come proprio riferimento consiliare Claudio Foti, all’indomani dell’ultima seduta del Consiglio comunale, che ha visto nuovi momenti di tensione istituzionale e, secondo il movimento, l’ennesima dimostrazione di "un clima poco sereno e per nulla democratico".
Il comunicato diffuso dal gruppo prende spunto da due episodi precisi. Il primo riguarda un fatto senza precedenti: "Il sindaco Donato, con un intervento ancora una volta sopra le righe, ha richiesto l’intervento dei carabinieri per far sequestrare il cellulare a un cittadino – peraltro ex amministratore – presente tra il pubblico, accusandolo di stare registrando l’audio della seduta consiliare". "Una reazione spropositata" e, secondo “Radici e Ali”, "giuridicamente infondata, poiché "solo l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro di un dispositivo che contiene dati personali, non certo il sindaco di Chiaravalle".
Ma non è solo questo episodio a indignare. Il movimento ricorda infatti un altro caso emblematico: "La seduta consiliare in cui il sindaco Donato, dopo un acceso alterco con il consigliere Foti, venne portato fuori dall’aula, visibilmente alterato". Il fatto, tuttavia, "non compare mai" nei verbali ufficiali di quella seduta: nessun riferimento, fatto gravissimo, all’intervento di "soggetti estranei all’aula" con quella seduta ancora aperta, nessuna menzione "delle urla e degli schiamazzi" di questi soggetti estranei al consiglio, solo un generico cenno a “contestazioni” e a una “sospensione della seduta”.
"Il problema – sottolinea Radici e Ali – è tanto l’accaduto, quanto la sua sistematica omissione nei documenti ufficiali, che dovrebbero invece riflettere fedelmente quanto avviene in aula". Da qui l’interrogativo amaro: "Verrà omesso anche stavolta l’intervento del sindaco contro il cittadino presente tra il pubblico?".
La conclusione del movimento è carica di amarezza: "Dopo anni di riprese televisive integrali per garantire trasparenza e partecipazione, siamo sprofondati nell’oscurantismo e nella censura».
Una deriva che interroga l’intera comunità: "Che fine ha fatto il principio di trasparenza sbandierato nel programma elettorale della maggioranza?".
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