Chiaravalle: rendiconto 2024 finalmente in Consiglio, ma l'opposizione protesta

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  30 maggio 2025 14:27

Dopo lunghe settimane di attesa e con un ritardo definito “evidente” dagli esponenti della minoranza, il Consiglio Comunale di Chiaravalle Centrale è stato finalmente convocato per discutere – tra gli altri punti – il rendiconto della gestione 2024. La seduta è fissata in prima convocazione per il 5 giugno 2025, con eventuale seconda convocazione il giorno seguente.
Un passaggio obbligato e atteso, considerato che la rendicontazione economica dell’anno precedente rappresenta uno degli atti fondamentali di trasparenza e programmazione di un ente pubblico. Tuttavia, la soddisfazione per la convocazione è stata subito offuscata da una nuova polemica.
A sollevarla sono i consiglieri di opposizione Claudio Foti, Vito Maida e Giuseppe Antonio Rauti, che prendono atto con favore della convocazione del consiglio, ma denunciano l’esclusione di un punto da loro formalmente richiesto: la discussione sullo stato di attuazione del progetto di recupero e valorizzazione del Convento dei Padri Cappuccini.
Con una PEC inviata nei giorni scorsi, i tre consiglieri avevano sollecitato la convocazione del consiglio per affrontare una situazione giudicata grave e paradossale: il complesso conventuale, restaurato con fondi FSC Calabria 2014–2020, è completamente inattivo, nonostante i lavori siano conclusi e collaudati da oltre un anno.
“È inspiegabile – si legge nella nota – che un’opera pubblica così rilevante, finanziata con risorse strategiche, sia stata rimossa dal dibattito pubblico e totalmente ignorata dagli strumenti ufficiali di programmazione dell’ente, incluso il DUP”. La parte della struttura destinata a ospitare un polo culturale e museale con centro documentale dedicato alla ricerca su fonti antiche e arte sacra risulta infatti chiusa e inutilizzata.
I firmatari della richiesta temono che il protrarsi di questa “grave stasi amministrativa” possa compromettere non solo l’utilizzo del bene pubblico ma anche la stabilità finanziaria dell’ente, nel caso in cui l’ente erogatore chiedesse la restituzione delle somme investite.
Da qui la richiesta di chiarimenti urgenti e di azioni concrete da parte del consiglio comunale per restituire alla cittadinanza un bene pensato come motore culturale e sociale del territorio.
La normativa è chiara: ai sensi dell’art. 39 del Testo Unico degli Enti Locali, la richiesta di convocazione del consiglio comunale da parte di almeno un quinto dei consiglieri deve tradursi in una seduta effettiva da tenersi entro 20 giorni dalla presentazione. Non basta, dunque, rinviare la discussione “al primo consiglio utile”.
Se il termine non sarà rispettato, l'opposizione potrebbe sollevare un formale rilievo in merito alla violazione dell’obbligo normativo. La scadenza è fissata: entro il 15 giugno 2025 il consiglio dovrà tornare a riunirsi per discutere anche la questione del Convento, se l’amministrazione non vorrà incorrere in ulteriori contestazioni.
“È un atto doveroso e pienamente legittimo – concludono Foti, Maida e Rauti – affinché la comunità sia messa a conoscenza dello stato dell’arte e possa partecipare attivamente alle scelte strategiche che riguardano il futuro di Chiaravalle”.
 

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