Chiaravalle, stadio Foresta: la minoranza conferma la richiesta di un Consiglio comunale

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  30 giugno 2025 13:14

 Dopo il primo affondo pubblico, arriva anche l’atto formale: i consiglieri di minoranza Claudio Foti, Giuseppe Rauti e Vito Maida hanno ufficialmente depositato in data 30 giugno 2025 la richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale per discutere della situazione relativa ai lavori di riqualificazione degli impianti sportivi di località Foresta. Una mossa attesa, che conferma quanto già anticipato nei giorni scorsi attraverso la stampa: il cantiere, pur finanziato e avviato da oltre un anno, «appare estremamente rallentato e preoccupante rispetto ai tempi previsti», denunciano i tre firmatari nella nota indirizzata al sindaco, al presidente del Consiglio e al segretario comunale, con trasmissione anche al Prefetto di Catanzaro.

Ripercorrendo le tappe ufficiali dell’intervento – dalla determinazione n. 45 del 29 marzo 2023 per l’approvazione del progetto esecutivo, fino alla perizia di variante del 21 novembre 2024 – i consiglieri evidenziano come, nonostante l’apparente correttezza formale degli atti, l’opera sia ferma e la cittadinanza meriti risposte. «L’intervento riveste un’importanza strategica per il territorio, sia sul piano sportivo e sociale, sia per la valorizzazione dell’area», spiegano. E aggiungono: «I ritardi rischiano di compromettere l’efficacia complessiva del progetto, alimentando sfiducia nelle istituzioni locali». La richiesta di Consiglio è chiara e articolata: i consiglieri vogliono discutere i tempi reali di conclusione delle opere, il contenuto e l’impatto della perizia di variante, le eventuali criticità tecnico-amministrative, e soprattutto ottenere copia digitale degli elaborati progettuali originari e di quelli aggiornati. «È doveroso un chiarimento ufficiale e trasparente in sede consiliare – scrivono – per assumersi responsabilità politiche e amministrative su un intervento atteso da tutta la comunità». L’iniziativa si fonda sull’articolo 39, comma 2 del D.Lgs. 267/2000, che riconosce ai consiglieri comunali la facoltà di chiedere la convocazione del Consiglio su temi rilevanti. «La nostra è un’azione nel pieno delle prerogative istituzionali, orientata alla trasparenza e alla tutela dell’interesse pubblico», concludono Foti, Rauti e Maida. Ora la palla passa all’amministrazione: il Consiglio dovrà essere convocato nei termini previsti dalla legge. Ma il segnale politico è già stato lanciato.

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