“Dimenticare la scadenza per l’approvazione delle tariffe TARI potrebbe sembrare una svista. Ma se a commettere l’errore è un’intera amministrazione comunale, il caso diventa politico. E serio”. Gravissimo, secondo i consiglieri comunali d’opposizione Claudio Foti, Vito Maida e Giuseppe Antonio Rauti, che parlano apertamente di “maggioranza allo sbaraglio”, chiedendo al Sindaco Domenico Donato la convocazione urgente dell’assise civica per approvare le tariffe TARI 2025 entro il termine di legge: il 30 giugno.
La richiesta, protocollata e inviata anche per conoscenza al Prefetto di Catanzaro, denuncia un quadro amministrativo preoccupante, fatto – secondo l’opposizione – di “errori marchiani, ritardi cronici e opere pubbliche ferme al palo”.
“Alla data odierna, non risulta ancora convocato il Consiglio comunale per l’approvazione delle tariffe TARI 2025 – scrivono i tre consiglieri – in palese violazione delle scadenze fissate dalla normativa vigente, che hanno prorogato al 30 giugno 2025 il termine ultimo per adempiere a tale obbligo”.
Il documento elenca con precisione le fonti normative disattese dall’Amministrazione, dal comma 683 della Legge 147/2013, che impone l’approvazione annuale delle tariffe TARI, fino alle Linee guida interpretative del MEF del 10 febbraio 2025, che ribadiscono la necessità di adeguarsi ai fabbisogni standard e ai nuovi parametri di costo del servizio rifiuti.
“La mancata approvazione aggiornata delle tariffe espone l’ente a gravi profili di illegittimità contabile e amministrativa” – si legge ancora nella nota – “con l’impossibilità di emettere gli avvisi di pagamento e gravi conseguenze per la gestione contabile e per la credibilità finanziaria dell’Ente”.
I firmatari sottolineano che anche se il PEF (Piano Economico Finanziario) era stato approvato nel 2024 per il biennio 2024-2026, le tariffe per il 2025 vanno comunque votate annualmente dal Consiglio, “anche qualora si intendano confermare quelle dell’anno precedente”.
Un’omissione, dunque, che potrebbe paralizzare la macchina amministrativa e danneggiare i contribuenti.
Ma è l’attacco politico a segnare la svolta: secondo Foti, Maida e Rauti, quella che guida oggi il Comune è “una maggioranza smarrita, approssimativa e incapace di programmare”.
“Siamo davanti all’ennesimo episodio di una gestione superficiale – spiegano – che parte dal disastro dei debiti fuori bilancio, passa per concorsi con errori procedurali clamorosi, e arriva fino a opere pubbliche ferme da mesi e oggi a rischio blocco definitivo”.
Nella parte conclusiva della richiesta, l’opposizione chiede non solo la convocazione urgente del Consiglio, ma anche “la trasmissione completa di tutti gli atti” e “la garanzia di trasparenza e correttezza procedurale”, affinché – scrivono – “si eviti ogni ulteriore ritardo e si garantisca la legittimità dell’intero procedimento”.
Un richiamo forte, che suona come una diffida politica e istituzionale. In gioco, non c’è solo il pagamento della tassa rifiuti. C’è, come dicono gli stessi firmatari, “la credibilità dell’Ente”. E forse, a questo punto, anche quella di chi lo guida.
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