Chiedono inutilmente supporto per il figlio disabile: il Tar bacchetta il comune di Lamezia

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La sede dell'Amministrazione comunale di Lamezia Terme
  25 ottobre 2022 13:35

di PAOLO CRISTOFARO

Il Tar bacchetta il comune di Lamezia Terme, che avrebbe prima liquidato la famiglia di un ragazzo disabile sostenendo di non avere fondi per la predisposizione del necessario e obbligatorio "Progetto Individuale di Vita", predisposto dagli enti a tutela dei soggetti fragili con invalidità, per poi non rispondere neppure più alle istanze della famiglia. E' quanto emerge da una sentenza pubblicata oggi dal Tribunale Amministrativo Regionale di Catanzaro (presidente: Gincarlo Pennetti; estensore: Domenico Gaglioti), che ha accolto il ricorso dei genitori annullando gli atti del Municipio. La Commissione Medica per l’accertamento dell’handicap dell’ASL di Lamezia Terme, lo ha riconosciuto "portatore di handicap in situazione di gravità, che necessita di assistenza continua".

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L'Ente si è giustificato sostenendo che la previsione a lo smistamento di fondi per esigenze di tutela e assistenza sociale abbiano come punto di partenza la programmazione regionale. La giustificazione non è bastata al Tar. "La predisposizione del Progetto Individuale è un obbligo dell’Ente e non può assimilarsi e essere sostituito da risorse erogate o erogabili attraverso la partecipazione a bandi. Il vostro diniego è da considerarsi illegittimo in quanto lede un diritto del soggetto disabile, costituzionalmente previsto, a vedersi assicurato a mezzo del progetto individuale di vita, una vita dignitosa", hanno scritto i genitori del ragazzo nelle documentazioni di contestazione indirizzate al comune.

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"Il Comune di Lamezia Terme ha affermato in termini generici la carenza, nell’ambito del bilancio comunale, di fondi dedicati all’attuazione di progetti personalizzati, ma ha altresì precisato che i finanziamenti regionali in argomento discendono da specifiche attività programmatorie regionali finalizzate ad erogare servizi e/o prestazioni cui gli interessati possono accedere a seguito di procedure ad evidenza pubblica", scrivono i giudici. "Orbene, anche a voler ritenere non eccentrica una tal giustificazione se attinente al set di prestazioni concretamente erogabili a carico della finanza pubblica, la stessa motivazione risulta invece censurabile ove finalizzata a ricusare l’adozione stessa del Progetto individuale", spiegano.

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Il Progetto costituisce un modello di “presa in carico globale” della persona disabile che non si esaurisce nella mera erogazione di prestazioni. Riguarda infatti integrazione scolastica, inserimento lavorativo e sociale, nonché il tema di mobilità e superamento delle barriere architettoniche e senso-percettive, nel senso che, a differenza delle altre ipotesi in cui vi è erogazione di un servizio specifico, con esso si intende garantire all’utente quel “supplemento di garanzie”, che non si esaurisce in un mero “smistamento” della persona all’interno di una gamma di contenitori ma si propone l’obiettivo ulteriore dell’autorealizzazione della persona disabile ed il superamento di ogni esclusione sociale, anche mediante il cosiddetto “lavoro di rete”, che punta ad una visione in chiave unitaria dei bisogni della persona con disabilità", è riportato ancora in sentenza. 

"Le determinazioni dell’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme devono essere annullate", riporta il dispositivo emesso dai giudici, che specifica anche l'obbligo entro 90 giorni di risarcimento di taluni gravami a favore dei genitori.

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