di CARMINE MUSTARI
Salvare la chiesa di San Marco, preziosa testimonianza storica del rapporto tra l’antica Presila e la Repubblica di Venezia.
Questo è l’appello che lancia Giuseppe Valentino direttore del Museo Civico di Taverna: “ Sono ormai ridotti a poche muraglie i resti della chiesa dedicata a San Marco Evangelista, edificata nel 1102 nel tracciato urbano della medievale città di Taverna, - sono queste le prime parole dell’appello di Valentino – la chiesa fu edificata per devozione del veneziano Marco Vainerio, titolare di una fabbrica di tessuti, all’epoca operante in prossimità del fiume Litrycon (Litrello) e dell’attuale abitato di San Giovanni d’Albi.
I resti della chiesa di San Marco
La presenza dell’edificio ecclesiastico fu riportata da Ferrante Galas nella sua “Cronica di Taverna” l’anno 1416 e da Padre Giovanni Fiore da Cropani nel 1638, allorquando la memoria locale tramandò il racconto della miracolosa esposizione nel suo tabernacolo dell’icona di “Santa Maria delle Grazie”, poi trasferita nella parrocchiale di San Martino. Tra i principali riferimenti documentali, nel 1739 venne documentata la visita del vescovo di Catanzaro mentre nel 1790 venne descritta da Vincenzo Catizone nel suo “Libro di carico del Distretto di Taverna e suoi Casali”. Ma è nella “Cronica di Taverna” che fu chiaramente collegato il nome del fondatore della chiesa, Marco Vainerio, greco veneziano, fatto venire “con tutti gli ordegni” necessarij” ed altre sei persone, per avviare la fabbrica dei tessuti e delle lane, che dal fiume Lytricon (Litrello) “sbarcavano co le Navi Veneziane nell’Uria.
“Nonostante l’identificazione del sito, - aggiunge il direttore del Museo tavernese - trascritta nella tesi di laurea dello scrivente nell’ormai lontano 1983, pubblicata dal 1994 nei successivi studi, fino all’ultimo accolto nel catalogo della grande mostra “Rinascimento visto da Sud”, di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, sono dei giorni nostri le accorate segnalazioni di Giovanni Fratto, di un ulteriore degrado dei resti della chiesa di San Marco che, unitamente ad altri sorprendenti ritrovamenti, resta la testimonianza storica più importante di un privilegiato e poco conosciuto rapporto commerciale e culturale, avvenuto in passato tra le comunità della Presila (in particolare della città medievale di Taverna e suoi Casali) e la Repubblica di Venezia”.
“L’auspicio infine- conclude sempre il direttore Valentino - che il promesso impegno del sindaco di Albi, Salvatore Ricca, di attivarsi per avviare la pratica di vincolo ufficiale da parte della competente Soprintendenza della Calabria, possa finalmente concretizzare gli urgenti e necessari interventi di tutela, conservazione e valorizzazione di un bene architettonico, la cui perdita renderebbe più povera la storia culturale e sociale della Presila catanzarese.”
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