di PAOLO CRISTOFARO
I danni causati, nei giorni, scorsi dall'avvicinarsi del ciclone nel Mediterraneo, che ha fortunatamente sfiorato la costa ionica della Calabria, sono stati numerosi. La zona più colpita, senz'altro, Isola Capo Rizzuto, ma se ne sono registrati di diversi su tutta la fascia ionica, anche catanzarese. Proprio Catanzaro Lido, ma anche Monteapone, Pietragrande, fino a Soverato, sono stati sferzati dal vento e urtati da onde più grosse e inquietanti del solito. Per molti dei gestori che operano sulla costa catanzarese, che hanno subito diversi danneggiamenti agli stabilimenti, l'allarme è stato sottovalutato, mentre, invece, l'evento meteo avrebbe dovuto procurare maggiore allerta da parte degli enti preposti.
Durante il temporale i tuoni, specialmente nell'area di Pietragrande e Montepaone, sono stati così forti da far tremare ripetutamente i vetri delle abitazioni. Le onde, alte diversi metri, hanno inghiottito molti ombrelloni e strutture legate a ristoranti e lidi. Medesima cosa a Catanzaro Lido, dove in molti sono stati i gestori ad aver almeno perso la prima fila di ombrelloni e di sdraio.
(L'acqua che ha sommerso la spiaggia dove insistevano ombrelloni e strutture balneari a Montepaone)
Sicuramente si è trattato di un evento "anomalo" nell'area mediterranea, più frequente in zone continentali, come in America. Fortunatamente, come spiegato dagli esperti, il grosso della tempesta si è scaricato a largo, in mare aperto, altrimenti, qualora avesse direttamente impattato la costa, i danni sarebbero stati di gran lunga superiori, con rischi elevati anche per l'incolumità dei residenti. Ci si domanda, tuttavia, se, alla luce di quanto verificatosi, non sia il caso, specialmente per le aree più a rischio, di iniziare a valutare possibili misure che possano - in futuro - limitare al minimo i danni di queste improvvise e talvolta pericolose perturbazioni.
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