Il ricordo di Cimino: “Anna, la signora Andreacchio: la principessa dell’amore”

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Franco Cimino
  03 dicembre 2022 12:09

di FRANCO CIMINO

Anna è andata via, improvvisamene con i suoi giovani novant’anni. A Perugia, lontano dalla sua Catanzaro. Vicino e lontano dai suoi amori più preziosi. Assoluti. I figli. Quelli che stanno un gradino sotto all’Amore per Dio. Il suo amato Dio, con il quale, attraverso la costante preghiera, aveva senz’altro realizzato un legame speciale, segretissimo, costituito di richieste non avanzate e di promesse mantenute. Quella, di certo, di poter restare qui, su questa terra, il tempo necessario, dopo quel primo immenso dolore che l’ha colpita appena trentenne con la perdita del suo amato, al cui amore è rimasta sempre attaccata come quel giorno del suo primo sì. Un sì, che nell’Amore non è una firma sotto un contratto da rispettare, anche controvoglia, per non subire le sanzioni previste. Il Sì dell’Amore di Anna è un sì che si proietta in quelle due allocuzioni oggi spesso dimenticate, oppure timorose a essere pronunciate: “ Ti amo” . Che significa esattamente “io amo te. Io ho scelto te. E ti ho scelto perché sei tu, il mio amore prima ancora che il mio amato.” E l’altra:” Per sempre”. Che non è un semplice avverbio di tempo, ché in amore esso va ,oltre il tempo, nel senza tempo. In quel luogo senza spazio o confine. Anna è la donna del Sì e del Per Sempre. È la donna dell’Amore. Amore di cui si è riempita tutta. Per donarlo in continuazione. Senza risparmio di energie, ché amare significa donare. Sempre. E tutto di sé. L’ha fatto da maestra, donando amore ai suoi bambini, innumerevoli come gli anni di insegnamento. Libri e Amore. Amore per i libri. Amore e insegnamento. Amore che è insegnamento e apprendimento insieme, come in quell’intreccio mirabile che si realizza in modo inscindibile con la cattedra. Qualsiasi cattedra, dalla quale non si scende mai. L’Amore di Anna per la famiglia allargata, compreso cugini e nipoti. E cognati come fratelli. Amore per l’Amicizia, donato infinite volte, anche da ultimo, con i consigli attraverso le sue belle parole offerti anche attraverso i social, Facebook in particolare, del quale aveva appreso, donna di spiccata intelligenza, i meccanismi essenziali. Quelli che hanno dato anche a me la felice possibilità di conoscerla quando, leggendo i miei commenti sulla pagina pubblica del figlio Nino, mi ha scritto per ringraziarmi di quell’amicizia. E per parlarmi di lui, con un amore così delicato e pieno e compreso di tutto, da mettere in positiva soggezione anche quel padre “ grande” che io pensavo di essere per le mie figlie. Ecco, Anna, la madre dell’Amore per i suoi due figli, Nino il giramondo per dar corpo alla sua genialità, qui da noi, come lo è per tutti i giovani che se ne vanno, incompresa o maltrattata, e Lorella, che per amore si è trasferita a Perugia e presso la quale Anna-madre si recava annualmente restandoci per molti mesi, magari, ora non so, fino a poco prima dell’estate. Almeno così mi piace immaginarla, donna amante della cultura, che la faceva sentire cittadina del mondo e curiosa di ciò che, attraverso i luoghi della storia e dell’arte, la cultura di sé stessa informava. Mi piace immaginarla, quindi, che, assolto a quasi tutti i compiti materiali del suo amore per Lorella e i figli di lei, se ne tornasse qui. Nella sua Calabria. Nella sua Catanzaro. Qui dove è sempre Primavera. Una Primavera che lascia poco tempo agli inverni e alle estati. Di più, all’autunno, l’altra stagione che io immagino lei sentisse molto. Primavera lunga, Autunno intenso, Estate e Inverno brevi. In questo calendario particolare io vi ho visto Anna. Il suo sentire. Tutto. I sentimenti, propri e degli altri. I colori del suo cielo e quello della terra, con i suoi profumi cangianti. Specialmente, quelli dei fiori di campo e della terra bagnata dalle prime piogge, sulla quale mi piace immaginarla camminasse. Quasi a piedi scalzi. Oppure guardare, a fine estate, ai lati delle nostre strade, da dove anche spuntavano, le incolte piante di fichidindia, dei frutti preziosi non raccolti e lasciati cadere inutilmente, procurando in chi ama anche questa nostra Calabria il dolore aggiuntivo di vederla ancora sprecare le ricchezze. Della sua natura generosa, allo stesso modo di come fa con quelle umane, così cariche, le nostre, di genialità e passione, di creatività e d’amore. Una terra felice che crea l’infelicità delle persone. E la voglia di fuggire di chi ha forza nelle gambe e il dolore di chi ritorna e non può più ripartire perché le gambe non ce la fanno più a correre per andare lontano. Sono i nostri ragazzi, dei quali Anna si preoccupava. Quei ragazzi che partono con un solo sogno in tasca, come ha fatto Nino. Il sogno di ritornare per fare ricca e nuova e modera la loro Calabria. Questo era un cruccio di Anna, come lo è di tutele mamme e i padri che le somigliano. Un sentimento carico di delusione e dispiacere, che Lei, come pochi, sapeva esprimere con la dolcezza del suo carattere, l’educazione che le era propria, la parola fine, quasi a sentirla piano e sussurrata quando la lèggevi. Anna. madre dell’Amore per Lorella e, se mi è consentito senza ledere sensibilità alcuna, per Nino, l’adorato Nino. Per il quale aveva un’attenzione fortissima, una considerazione senza limiti. Una stima infinita. Sottolineo questi tre passaggi “ultrasentimentali”, perché andavano tutti oltre quell’Amore infinito per il figlio. Sentirla dire di Nino, della conoscenza della profondità del suo animo prima ancora delle robustezza del suo ingegno e del suo pensiero, e soffrirne per non vederli di recente tutti ben accolti e apprezzati qui in Calabria, nonostante la generosità del suo donarsi, e gratuitamente gli altri e la comunità, era apprendere qualcosa di ancor più profondo della genitorialità. Era un sentire aggiuntivo lo spirito di essere autenticamente un padre. Di tutto questo Amore, di cui ho potuto apprendere da lei, sento di doverle dire un grazie infinito. Un grazie pieno di gioia, velata solo dalla tristezza di non averla potuta incontrare di persona. Per questo suo Amore, cercherò di rivederla ogniqualvolta, e spero che sia sempre più frequente, io potrò incontrare Nino, suo figlio amato, il mio prezioso amico. Anna, la signora di Catanzaro, la principessa degna del regno dell’Amore, la donna bella ed elegante, fine e dolce, Anna dell’Amore, è andata via. Come avrebbe, forse, voluto. In silenzio. Per non disturbare. Accanto alla figlia perché la sapeva forte. Lontano da Nino per dargli il più forte dolore di vederla morire. E nel sonno, per passare, senza paura, nella valle celeste della quiete. Dove è sempre Primavera.

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