Cimino: “Chiusura o no di Corso Mazzini. E quando e quanto. E come e perché…ancora questa commedia?”

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images Cimino: “Chiusura o no di Corso Mazzini. E quando e quanto. E come e perché…ancora questa commedia?”
Franco Cimino
  12 settembre 2023 10:45

di FRANCO CIMINO

"Non natalizia, non provvisoria, non festiva e neppure fine settimanale, la chiusura di una breve parte del Corso. Ma definitiva, nella parte più salottiera di esso. Cioè, tutte le sere dell’anno. Questa è la mia posizione di sempre che non ho mai avuto difficoltà a sostenere apertamente. I motivo li ho più volte spiegati con ampiezza argomentativa. In essa prevalendo due elementi sugli altri. Il primo, il Centro Storico, non è dei commercianti. Ovvero, non solo dei commercianti. Ovvero ancora, lo è nella misura più grande con cui lo è dei cittadini. Il secondo, fino a quando vi sarà questo tira e molla, di apertura saltuaria con pentimento rapido della chiusura, che dura da almeno quindici anni, non si potrà mai verificare l’efficacia economica e tutta la qualità della ricchezza conseguente, che si registra in tutti i centri storici del mondo che adottano la cosiddetta isola pedonale, termine che a me non piace affatto, come parco commerciale all’aperto.

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Perché la chiusura del Corso produca tutti gli effetti positivi ci vuole un tempo lungo. Certamente non breve. La pazienza e la dinamica attesa, sono le migliori condizioni affinché la novità prenda corpo. Ma nel frattempo che le difficoltà di molti esercizi commerciali lasciassero sul terremo effetti negativi( negativi e pericolosi, fino al limite della chiusura degli esercizi più deboli) che si fa? Si fa che la politica amministrativa, con l’ausilio di quella regionale che dovrà aggiornare o rifare totalmente una legge sul recupero pieno, non solo edilizio, dei Centri Storici, dovrà intervenire concretamente( i modi migliori si troveranno) a sostegno delle attività entrate in crisi. Si dia un tempo congruo. Un anno pieno? Un po’ di più? Bene. Si proceda.

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Ma una volta deciso di istituire uno o più salotti nella Città ( penso anche ai quartieri) non ci si fermi più e si vada avanti. Senza indugi o cedevolezze, che qui da noi sono il riflesso “ condizionato” di una politica bassa, sul piano culturale, miope su quello della visione di Città, mediocre su quello della prevalenza del voto clientelare rispetto al consenso popolare, il consenso politico. Quello che salva la democrazia e restituisce etica alla Politica e autorevolezza alle istituzioni. Chiarito questo, l’altra considerazione. Se il Centro Storico è dei cittadini quanto e più dei commercianti, chi deve decidere del suo migliore uso ai fini dell’interesse complessivo della Città e della bontà della sua economia se non i cittadini? Sono loro, infatti, che decidono o no di frequentare quello spazio, di passegiarvi e di ripopolarlo come singoli e come famiglie, come giovani e come donne, come anziani e come studenti. Sono loro che decidono di andare al cinema e al teatro.

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Di andare al bar, nelle librerie, nei ristoranti e pizzerie e pub e trattorie. Sono loro che decidono di andare ad acquistare nei negozi della bella e lunga e storica via. Sono i cittadini dunque che hanno i soldi, pochissimi, pochi o tanti. Sono loro che fanno circolare la moneta. Sono loro che concorrono maggiormente a costruire l’economia materiale della Città, che la fanno ricca o più povera. Se è così, come appare certo, è ai cittadini che si deve, senza ricorrere a un inutile deresponsabilizzante referendum, come talvolta qualche amministrare troppo timido o poco coraggioso propone, chiedere di decidere anche sulla destinazione del Centro Storico. E i cittadini da sempre chiedono o gradiscono il pieno godimento di Corso Mazzini, il bel corso di Catanzaro.

Dai cittadini sono venute, non più tardi di qualche mese addietro, proposte molto concrete e interessanti. Soffermarsi, come fa la politica nostrana, sulle conseguenti posizioni assunte da un gruppo non ristretto di commercianti tra l’altro tutti di peso, per respingerne la richiesta, tra l’altro ben strutturata, misurandone la forza come minoritaria, come hanno fatto taluni consiglieri comunali, mi sembra sinceramente un atto tanto inutile quando distraente, tanto poco corretto quanto provocatorio. Una cosa in fondo inutile e pericolosa, che non fa bene al Sindaco e al suo bisogno di trovare in Consiglio Comunale non una nuova maggioranza, come vien troppo enfaticamente celebrata quella, diciamo, trovata, ma una forza consiliare la più ampia per realizzare, dopo un aperto confronto assembleare e poi popolare, i punti programmatici proposti agli elettori.

Quei punti che hanno nella valorizzazione del Centro storico e dei centri storici dei quartieri, uno dei pilastri più fondamentali per condurre il Capoluogo verso le sue antiche naturali più grandi ambizioni. E come non stancarsi a ripeterlo per l’ennesima volta: la ricchezza di Catanzaro si trova nella valorizzazione della sua Bellezza. Come la bellezza della Politica dalla intelligenza del cuore che cerca quella del territorio. E la valorizza".

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