Cimino: "Giuditta Levato nella scultura di Verrino, a Sellia Marina paese di storia e cultura"

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images Cimino: "Giuditta Levato nella scultura di Verrino, a Sellia Marina paese di storia e cultura"
Franco Cimino
  18 febbraio 2025 10:11

di FRANCO CIMINO 

“Sellia Marina è un paese di mare e di terra…” Sono le parole di Walter Placida, il sindaco di questo luogo così stretto al fianco sinistro di Catanzaro da potersi ambedue immaginare quale unica realtà territoriale. A condizione, però, che la Catanzaro della mia idea e dei miei sogni sappia guardare anche alle proprie spalle. E su quel versante. Per riscoprirsi veramente grande. Importante. Ricca. Unica. Ché è da queste realtà territoriali dotate ancora di tutto, nonostante l’aggressione selvaggia del territorio, se capite dall’interno e valorizzate dall’esterno, che potrà nascerà la Calabria nuova. Quella del dialogo tra territori. E tra le nostre “grandi” città e gli antichi borghi, che vi si muovono, purtroppo sempre più lentamente, intorno. Questa possibilità, anche sperimentale, se si vuole, può nascere da Sellia Marina. Paese o cittadina che dir si voglia, che mostra di aver compreso il valore del nuovo-antico disegno scritto dalla stessa natura. Sellia Marina “paese di mare e di terra”.

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Vero. Da venerdì scorso, e in verità da qualche settimana prima, anche paese della cultura. E della storia che dal suo seno rinasce. E per merito, in particolare, di un piccolo grande uomo, giovane vecchio(tutto attaccato perché le due condizioni non sono separate in lui), persona di generosità illimitata, amante acceso di questa terra, in particolare di quella che va dalla sua Zagarise, alla sua Sellia, e alla sua Catanzaro, questa Sellia Marina, è anche paese di cultura. Si chiama Luigi Verrino questo piccolo grande uomo, di cui abbiamo più volte parlato. E del quale sempre più parleranno i tanti che vedranno le sue opere. E i sempre più numerosi che vorranno conoscerlo di persona, essendo lui disponibile con chiunque per la sua caratteriale umiltà e generosità. Marina Marina è anche un paese nutrito della sua storia, piccola e grande nel contempo. Da venerdì lo è con più evidenza, per averla egli, quella storia, riportata con maggiore plasticità nella non piccola parte che, in quel dannato fecondo ventotto novembre del millenovecentoquarantasei, il sangue innocente e pulito ha scritto una delle pagine tragicamente più belle dell’intera storia dell’umanità. Ché la vera storia degli esseri è fatta di ogni singola piccola storia, consumata per il bene del mondo. Questa pagina riaperta con forte dolcezza è scritta con l’inchiostro di lotte per la vita. E la giustizia. Per la libertà. Per il diritto al lavoro e alla terra per chi la lavora. La difende.

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La salva dall’egoismo di coloro che la vogliono saccheggiare. E derubarla di tutta la sua ricchezza. Quella pagina riportata all’attenzione di tutti è dell’eroismo vero di chi contro la barbarie e la prepotenza ha impiegato l’Amore per la terra e la Giustizia. Questa pagina si può rileggere nella creazione di Luigi Verrino, artista prolifico e mecenate fecondo., scultore potente e pittore delicato, cultore dell’arte e collezionista di opere d’arte, di pittura moderna soprattutto, che neppure le pinacote più celebrate in Italia possiedono. Venerdì scorso, infatti, nella piazza intitolata a Giuditta Levato, è stata scoperta una statua in bronzo dell’eroica bracciante. La donna uccisa nel novembre del millenovecentoquarantasette dal fucile del cattivo “ padrone”, cattivo perché padrone, mentre era alla testa di una protesta dei braccianti a cui si voleva negare l’uso della terra contadina. Quella terra che la riforma Gullo aveva garantito con la prima straordinaria legge varata quasi unitariamente dallo Stato democratico da poco edificato dalle macerie del fascismo. Giuditta aveva trentuno anni, due figli piccoli nella sua fatiscente casa. E uno in grembo al settimo mese di vita nascente. La scultura è di imponente bellezza. Di “prepotente” forza dell’Amore, oserei dire. Di bellezza “ prepotente” nell’Amore invincibile, riassunta anche nella bellezza quasi “ mariana” della Donna, sulla interpretazione della quale scriverei un libro se ne fossi capace. Da quella sera, che ha visto anche me presente in una piazza gremita di cittadini, entusiasti e commossi, Sellia Marina sarà conosciuta, cercata, visitata, da migliaia di turisti e da ancora più numerose persone sensibili all’arte e alla democrazia, come il paese di Giuditta. E, in qualche modo, pur se piccolo, umile, semplice e modesto, anche di questo fenomenale artista, alcune opere del quale già da mesi arricchiscono il lungomare di quel paese di “ mare”.

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La Giuditta Levato di Verrino, che incredibilmente ferma quella Donna mentre colpita cade morendo, trattiene in corpo tutta la forza della ribellione degli sfruttati, il grido di dolore liberato, la bellezza dell’immane sacrificio per una causa che prima o poi i lavoratori e i sottomessi avrebbero vinto. Un’opera scultorea che si fa lezione per questo pazzo mondo, sempre più dominato da violenza e ingiustizia, prepotenza ed egoismo. E da quella incontenibile voglia di conquista di terre, popoli e nazioni, nel furto continuo, e consentito, delle loro ricchezze, della loro bellezza e dignità. La Giuditta Levato di Verrino è, me lo si lasci dire, un’opera “involontariamente” , e propriamente, politica. Parla di Pace e di Libertà. Ed indica le vie e gli strumento per costruirle e consegnarle forti al futuro. Alle nuove generazioni. È insieme politica e morale, spirituale, religiosa, azzarderei, perché dice del dovere della rivoluzione. Quella cristiana, che sovverte l’ordine costituito “ violentemente” imposto. Rinnova le coscienze e trasforma l’uomo, restituendogli umanità e il dovere di mantenerla.

 

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