Cimino: "Le consonanti della guerra e della pace"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Cimino: "Le consonanti della guerra e della pace"
Franco Cimino
  21 maggio 2025 19:07

di FRANCO CIMINO

Tre P, la consonante usata per tre parole, che dominano la scena mondiale su quelle quattro tavole ammalorate su cui si sta recitando la farsa più drammatica della storia dell’ultimo ventennio. P come pace. P, come pacifisti. P, come pacificatori. A queste si aggiungono altre tre P. P come Potenza. P, come potere. P come Pane. Ciascuna di queste sei consonanti inizia una parola, che, aldilà dell’etimologia, ha diversi significati. Iniziamo con Pace, la parola che, come i miei pochi lettori sanno, io scrivo sempre con la maiuscola, quando essa è declinata nel mio significato. Questo: Pace, nel significa stato nel quale, persone e nazioni e popoli, vivono in autentica fratellanza. Stato nel quale la Libertà per ciascuno realizza la Democrazia per tutti. Democrazia, nella quale eguaglianza si manifesta in ogni ambito della convivenza e in quello del rapporto fra persone e istituzioni. Stato nel quale l’odio e il rancore, come l’invidia individuale e sociale, sono debellati. E in luogo di essi si diffonda in maniera contagiosa l’Amore. La forma solenne e politica, cioè, di nutriti sentimenti, che dona a ciascuno secondo meriti e bisogni, nell’eguaglianza delle pari opportunità e di condizioni permanenti e positivamente cangianti. Pace, intesa come cancellazione definitiva della guerra in ogni sua definizione e motivazione. C’è, poi, la pace, che scrivo in minuscolo. Ed è quella che si vorrebbe realizzare oggi sui diversi scenari bellici, per fare affari miliardari sulla pelle e sulle carni martoriate dei popoli, che la guerra dei padroni della guerra subiscono. Una pace che divida i territori occupati militarmente tra aggressori e falsi mediatori. Si pensi alle proposte che vengono da più parti avanzate per chiudere l’ affare Ucraina e Striscia di Gaza. Fuori da quelle terre chi ne ha diritto, deportati gli eredi dei padri che l’hanno amata e servita e sognata. E che non riescono a riconsegnarla né sana , né distrutta, si propri figli. Deportati i palestinesi, in particolare, a milioni, in deserti lontani, lasciandola a costruzioni affaristiche che cambieranno il volto di quella bellissima terra, dove sempre splende il sole e la luna romantica, si fa poesia. Si pensi alla proposta sull’Ucraina, un terzo dei territori militarmente conquistati bada alla Russia che l’ha invasa e le terre ricche e rare al governo degli Stati Uniti, che le amministrerebbe secondo la più conveniente logica economica. La propria di chi la governa oggi. C’è anche la pace degli opportunisti, che tifano dal salotto di casa per i despoti e gli aggressori. P, pacifisti, quelli particolari, oggi sempre più numerosi in quel mondo dell’ipocrisia e della menzogna , che si fa sempre più lardo e “ piatto”. Che fermi resta e non gira! Taluni li definiscono “pacifinti”, io preferisco usare per loro il termine di pacifisti d’occasione o prezzolati. Sono coloro i quali si battono tenacemente per il disarmo. E, però, non di tutti e in contemporanea. Ma solo dei paesi aggrediti dalle potenze armatissime. Ai quali, paesi deboli e aggrediti si chiederebbe di favorire la cessazione delle guerre attraverso la rinuncia alle posizioni iniziali per le per le quali essi hanno subito la guerra. Una sorta di abbandono dei deboli per via di una sorta di resa incondizionata alle volontà dei prepotenti. Accanto a loro è nata un’altra figura di pacifista. Quella del “me ne fotto della guerra degli altri, io sto bene a casa mia e muoia chi deve morire.” Si chiama “pacinismo”e “pacindifferenza”. P, come pacificatori. Sono una figura composta del peggio ancora dei precedenti. Aggressori e violenti di natura verso le persone e le istituzioni, soggetti deboli e donne tra questi, che si inventano, per diversi interessi, questo ruolo. Che pretendono gli venga riconosciuto sullo scenario massmediale mondiale. Morto il vero uomo di pace, Francesco il Papa, vorrebbero affiancarsi a Pio XIV per porsi sullo stesso piano. Tanto che si dichiarerebbero disponibili, addirittura, ad essere convocati in Vaticano per raggiungere un “accordo pace“. Andiamo alle altre tre parole, che iniziano con P. Potenza. É il culto della potenza che genera la violenza. Ovunque, dalle scuole primarie fino agli ambiti sociali più complessi, passando per la famiglia, luogo in cui segretamente si pratica la violenza, sia contro le donne, sia contro i bambini. Potenza muscolare quella utilizzata dai governi prepotenti e autoritari, nei confronti di Stati e paesi deboli, come anche dei propri cittadini considerati alla stregua di sudditi. Potenza, come strumento di cui intende dotarsi l’uomo politico mediocre e privo di ragione, che voglia imporsi sugli altri. Sul popolo, sugli avversari, sulle istituzioni, sulla legge. C’è qualcuno tra chi mi legge che avrebbe individuato i tanti uomini ambiziosi di potenza che si sentono i padroni del mondo? Certamente sì. I loro nomi sono scritti a caratteri cubitali tra gli spazi di queste parole, nelle virgole e nei punti. P come potere, lo spazio nel quale sempre più che si sia persa idealità e valori della Politica, che nudo si impone nel mondo attraverso quella logica di potere e di potenza muscolare che lo informa. Potere, quindi, come forza fisica, e quindi anche militare, che prescinda dallo scopo principale e dall’etica per il quale gli uomini lo hanno inventato. Poter fare, cioè, il bene degli altri. Di tutti. E non di lobby, persone, gruppi, partiti. P, come Pane. Pane come simbolo di bisogni e diritti. libertà e giustizia. Dignità e democrazia Democrazia. Pane, come solidarietà e fraternità. Pane come alimento di vita, che dalla vita della terra nasce e dalle mani dell’uomo il grano si trasforma e diventa il bene più prezioso Insieme all’acqua per non la sussistenza delle persone, ma per la costruzione di un vero progresso. quello in cui diritti, lavoro, tecnica, leggi, operano per creare ricchezza.la ricchezza per tutti. E equamente e proporzionalmente distribuita tra tutti coloro, e sono la totalità del genere umano, che la costruiscono, da cui il diritto a goderne. Per tutti. Pane infine, come come strumento di pace, sottratto dalle mani di chi pretende di distribuirono a secondo di chi per loro debba vivere o non. Si pensa Solo per un attimo al pane negato alle popolazioni sotto le macerie della guerra in Ucraina in Yemen, in Siria, e nelle altre regioni in cui i conflitti bruciano tutto ciò che incontrano, dalla terra ai frutti alle case ai beni alle persone. Si pensi, trattenendo nella mente le immagini orribili che ci arrivano Dai quei territori in cui Israele con la complicità di tutti, in particolare della superpotenza, da mesi impediscono, nella striscia di gazza, l’ingresso l’ingresso alle migliaia di camion contenente tra che contenenti ceneri di prima necessità, in particolare il cibo. Infine, ma non per concludere, tutte quelle P sotto un’altra. La P di pazienza. Quella che le le popolazioni colpite dalle più brutali P di potenza e di potere, devono avere perché i padroni della guerra decidono di sedersi a un tavolo. per chiuderla, questa guerra, intanto Che si realizzi davvero, evento difficilissimo, direi quasi impossibile, ad oggi, la P di Pace. Pazienza nel sopportare le visibili dichiarazioni contenute in esternazioni dei potenti tanto ridicole quanto crudeli. Una fra tutte: “tra qualche giorno parlerò con Putin. Poi convincerò Zelensky. E successivamente chiederò al Papa di ospitarci in Vaticano per siglare, magari all’interno dell’ufficio più grande più bello del mondo, la basilica Basilica di San Pietro.” E sempre silenzio intorno all’azione devastante, specialmente quella iniziata qualche giorno fa, di Nania e del suo potente esercito, armato fino ai denti, per l’occupazione totale dell’intero dell’intero territorio dei palestinesi. Pazienza quindi di vedere per tanti giorni ancora migliaia di di palestinesi e ucraini civili e soldati russi e ucraini, specialmente donne e bambini, morire in questa lurida sporca, orribile guerra, che ci vede tutti i colpevoli.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner