di FRANCO CIMINO
“Chi è nato prima l’uovo o la gallina?“ Chi non ricorda questo motivetto-giochino con il quale al tempo della nostra lontana fanciullezza si attivavano curiosità e filosofia, conoscenza e responsabilità, Spirito di ricerca e forza di volontà. Questo gioco dialettico mi è tornato alla mente questa mattina nel mentre mi accingevo a scrivere, come faccio tutti gli anni, della Festa della Repubblica. La nostra Festa.
Della nostra Repubblica. Sottolineo questo aspetto, quasi personalizzandolo, però essendo esso squisitamente nazionale, Italiano, essenzialmente, perché inizia da qui la peculiarità di queste due forze uniche. Esclusive. La domanda che mi è sorta spontanea, pertanto, è “ Chi è nata prima la Costituzione o la Repubblica?” La risposta è nella domanda. Sono nate insieme. Nello stesso momento. Dallo stesso afflato. Nella nella stessa unica, unificante e unitaria, ragione-sentimento, che le ha immaginate prima che nascessero. E disegnate nel mentre le si sognava. Difese nella battaglia per poterle affermare quali principi assoluti e indivisibili. Anche quale tesoro da donare al popolo italiano.
“Ma dov’è la contemporaneità delle due fasi?” Taluni, i soliti scienziatoni, che fanno lo shampoo anche alle pulci, chiederebbero. Anche qui la risposta è nella domanda. La sintetizzo: Repubblica e Costituzione, sono nate esattamente in quella data simbolo, che ogni anno si rinnova nella sua celebrazione, il 25 Aprile del 1946. Quel giorno della lotta partigiana nella Resistenza, che ebbe il suo felice compimento. L’Italia libera se stessa da tre orrori, il fascismo, la dittatura, la cultura di morte del nazifascismo. Si libera dall’imminente pericolo di essere conquistata-dominata. E asservita al potente Stato straniero, quella Germania del dalle mire espansionistiche e dalla folle idea di occupare e dominare tutta l’Europa. È lì, in quel 25 simbolico aprile, nella lotta dei partigiani uniti, e nello spirito della Resistenza, che Repubblica e Costituzione, nascono insieme. Ed insieme morirebbero se qualcosa di innaturale e incostituzionale venisse, forzatamente o surrettiziamente, imposta. É questo legame indissolubile, che fa della nostra Democrazia e della nostra Costituzione le due realtà più belle del mondo. Le più originali. Perché l’una è nutrimento dell’altra. L’una è anima e intelligenza dell’altra. Infatti, la nostra Repubblica è spiegata dettagliatamente in tutti gli articoli della Costituzione. Che molto bene il nostro Presidente ieri ha magnificamente sintetizzato, esaltandoli, quali valori insostituibili. Assolutamente non negoziabili. Quali sono i più importanti? Il Lavoro, la Solidarietà e Sussidiarietà, motori della Giustizia per l’ Eguaglianza. La Libertà, quale ragione e spirito profondi della Democrazia, l’impalcatura istituzionale su cui viene fondato il nuovo Paese. Valori, questi, edificati intorno ai due soggetti, Repubblica e Costituzione, cui sono destinati, quasi
come totale servizio ad esse. Persona e Pace, inizio e fine. Che non hanno un inizio e non hanno
una fine. Esattamente come, così io amo dire, l’Infinito. Ovvero, gli universi nell’unico universo che li comprende tutti. Ovvero, Dio. Persona e Pace, sono fratelli inseparabili. L’una e al servizio dell’altra. La Persona, al centro della Costituzione e della Repubblica. Al centro del divenire. Della storia e di ogni attività umana. La Pace, quale luogo nel quale la Persona possa vivere nella pienezza della sua dignità. Il luogo nel quale la Persona si incontra e si abbraccia con le altre persone. Tutte uguali tra loro, pur nella preziosa diversità di ciascuna. E insieme diventano popolo in cammino fraterno verso altri popoli. Specialmente, quelli che hanno bisogno di aiuto solidale e fraterno e amicale (“la Repubblica non ha nemici“, stupenda questa frase di Sergio, il Presidente) per diventare, o ritornare, paese libero e democratico, indipendente e sovrano. E all’interno di un territorio, che gli appartenga per eredità dei padri e consegna della storia. Su questi principi e questi ideali altissimi, che solo un popolo sensibile, qual è il nostro, educato alla Democrazia e alla fiducia incondizionata in essa, da personalità straordinarie della politica e della cultura italiana si fonda la netta distinzione tra la nostra Repubblica e qualsiasi altra. Soprattutto, quella che sarebbe potuta nascere dallo stesso regime fascista, se esso non si fosse imbottigliato in un’alleanza con il nazismo, che ne avrebbe accelerato una fine comunque certa. Non è difficile immaginare, che il dittatore italiano avrebbe, lungo la scia dell’esaltazione del suo superominismo, profittato della prima difficoltà della Monarchia, per cacciare il re e istituire la sua personale repubblica. Questo ci porta a dire, nel giorno giorno difficile per la Democrazia nel mondo e drammatico per le guerre che lo stanno devastando, che la Repubblica o é democratica o non è. Per questi motivi da anni ormai, e di più in questi ultimi, festeggiare la Repubblica, significa impegnarsi consapevolmente a difendere tutti i principi e i valori che il suo vestito più bello, la Costituzione, rappresenta. Impegnarsi con coraggio, affinché una sola piega, un solo colore, di questo vestito non venga sbiadito o cancellato. Viva la Repubblica Democratica, antifascista, della Costituzione, la nostra, democratica e antifascista.
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