Cimino: "Unità della Calabria per la sua emergenza, si elegga Callipo presidente del Consiglio regionale"

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images Cimino: "Unità della Calabria per la sua emergenza, si elegga Callipo presidente del Consiglio regionale"
Franco Cimino
  25 marzo 2020 21:01

di FRANCO CIMINO

Si ha notizia che domani si riunirà per la prima volta il Consiglio Regionale. Per la prima volta!! Dopo due mesi esatti dal voto e quarantacinque giorni dalla proclamazione degli eletti, questa è una notizia assai importante. I calabresi si potrebbero sentire finalmente sollevati. Ogni assemblea elettiva, ancora, nonostante le continue ferite legislative inferte alla nostra Costituzione, riveste una enorme importanza, se non altro per la tranquillità che i consigli eletti offrono ai cittadini. In democrazia la fiducia verso le istituzione è vitale. Per il funzionamento delle istituzioni e per la natura stessa della nostra democrazia, la migliore del mondo anche in ragione di questa mia asserzione.

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La sintetizzo avendola più volte detta e scritta: la democrazia istituzionale, quella cioè che si manifesta attraverso le istituzioni, elettive in primis, si compie ripetutamente e instancabilmente, all’interno dei vari consessi parlamenti, non solo per la celebrata narrazione dell’opposizione che vigila sull’operato del governo e su di esso esercita una costante azione di controllo. Questo, è vero, è il principio che campeggia su ogni testo di interpretazione della Costituzione ed è quello che tutti dovremmo avere imparato a memoria sin dalle elementari. Ma in quelle assemblee, per come sono state concepite dai padri costituenti, c’è di più. C’è il principio secondo il quale la democrazia si compie quando l’intera assemblea, superando le barriere politiche al proprio interno e i confini partitici che l’hanno elettoralmente espressa, nella piena dialettica tra parti superate, realizza la decisione. Essa è sempre decisione comune per la libertà con cui i singoli membri la indirizzano verso il bene comune e l’interesse generale, la cui ricerca è il fine di ogni istituzione democratica.

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Per questo motivo, penso (francamente l’ho sempre pensato) che anche a causa della chiusura ideologica che limita lo slancio unitario delle forze politiche, specialmente le attuali, la presidenza delle assemblee debba essere, per legge, ricoperta da un esponente della minoranza. La indipendenza, direi quasi la lontananza dell’assemblea rispetto al governo, è garanzia di autonomia e vitalità democratica dell’istituzione, che nella sua interezza vigila sugli atti di ogni esecutivo e fa sì che leggi siano volontà incondizionata di quella assemblea, mettendo alla porta interessi malsani e pressioni lobbistiche di diverse specie. Purtroppo, questa legge non c’è e neppure la si pensa in una prospettiva di riforma istituzionale. Tuttavia, nelle realtà particolarmente difficili e complesse anche sul terreno della tenuta democratica, il buon senso e il bisogno di unità politica dovrebbero sopperire a questa mancanza.

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La Calabria è la regione che più di altre dovrebbe cercare quell’unità tra tutte le forze sociali e politiche per poter quantomeno tentare di uscire dallo stato di drammatica emergenza in cui si trova. Avrebbe potuto farlo con la costituzione di una giunta regionale di salute pubblica( è proprio il caso di dirlo), ma non lo ha fatto, l’appetito delle liste “vincitrici”al voto e l’insufficiente autonomia politica del presidente non l’hanno consentito. In queste ore, dalle cronache e dalle voci di corridoio, apprendiamo che la presidente non troverebbe, nell’apposita riunione dei consiglieri della maggioranza, una convergenza su un nome alla stessa appartenente. I calabresi penso che provino disgusto di fronte a una simile disputa e al lungo tempo che si impiegherà per superarla con gli inevitabili strascichi che lascerà sul terreno franoso della politica, mentre la Calabria soffre per le sorti del Paese e per il temuto attacco del virus, che da noi navigherebbe ancor più liberamente che altrove, con le drammatiche conseguenze facilmente immaginabili.

La presidente, quale capo della maggioranza, faccia quel gesto che le è mancato nei suoi diretti poteri, e chieda ai suoi diciotto consiglieri di votare, domani, al primo scrutinio, e con la unanimità dell’assemblea, Pippo Callipo presidente del Consiglio. Unirebbe al fatto storico di essere la prima donna a guidare la Regione, anche quello, assai più importante, di avere lei, quale donna leader, iniziato quel processo di autentico rinnovamento della politica e quel cammino unitario che i calabresi, ovunque essi siano chiamati a intervenire, compiranno per salvare la loro bellissima terra. Dal degrado e dalla arretratezza antichi. Dall’egoismo dei notabili di periferia e dalla stupidità di questa incolta “ politica politicante”.

Ps: sarebbe anche bello trovare nel secondo atto deliberato domani, la parziale rinuncia di tutti i consiglieri regionali all’eccessivo bonifico( indennità) a favore dei nostri ospedali che stanno affrontando con precarietà di mezzi l’emergenza sanitaria. Francamente( non mi importa di scadere nel populismo), quella cifra pubblicizzata è troppa, anche ingiusta, per i quasi due mesi di inattività del Consiglio. Sul rapporto “ stipendio” dei politici e povertà dei calabresi, non si farebbe male se, non appena possibile, si dedicasse una discussione seria per una decisione “ unitaria”, che ne stabilisca il più giusto, e moralmente sano, equilibrio.

 

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