Cinema e turismo, una guida racconta le location di Calabria

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  28 maggio 2019 16:25

Da oggi c'è un nuovo modo di
scoprire e far conoscere la Calabria attraverso il cinema. A
renderlo possibile è il volume, curato da Eugenio Attanasio e
Mariarosaria Donato, «Calabria/Guida al Cineturismo», con la
collaborazione di Antonio Renda, Guglielmo Sirianni e Raffaele
Cardamone, edito da «La Cineteca della Calabria».
Cineturismo è quella nuova forma di fruizione turistica di
chi si reca in visita alle location cinematografiche, ossia ai
luoghi utilizzati per le riprese di un film. Dopo quello
balneare, religioso, archeologico, si scopre così che c'è un
altro modo di conoscere la Calabria. Sempre più numerosi sono
infatti i turisti che, nel mondo, scelgono di far visita ad una
città o ad uno scenario reso famoso da una pellicola.
Il grande schermo rende protagonista quel paese, quella
spiaggia, quel luogo, suggellando una specie di patto e sancendo
un’identità, anche in una regione come la Calabria dove non è
immediato associare una località ad un film famoso. In questo
senso «Calabria/Guida al Cineturismo», presentato recentemente
al Salone del libro di Torino nello stand allestito dalla
Regione, è un manuale dal tono divulgativo che nasce per far
conoscere una Calabria diversa, ma assolutamente reale, una
regione in cui sono nati o hanno vissuto scrittori, registi,
attori, artisti, innamorati di questa terra che, purtroppo, non
riesce a fare notizia per fatti culturali.
«Il riscatto della Calabria - affermano i due curatori -
passa attraverso la cultura. Bisogna riscrivere la storia del
cinema partendo dalla Calabria, per riconoscere il grande
contributo che hanno dato emigrati come Tony Gaudio, Premio
oscar 1937 per 'Avorio Nerò, e Nicholas Musuraca, neppure
citati negli annali del cinema italiano. La Calabria è una
regione all’avanguardia in materia perché uno dei primi film
'cineturisticì per eccellenza è 'La ballata dei maritì di
Fabrizio Taglioni, realizzato nei primi anni '60 per merito di
una sinergia di enti locali territoriali che pensarono di
incentivare la produzione di una pellicola che servisse per
promuovere le bellezze paesaggistiche della provincia di
Catanzaro».
Oltre al Lago Ampollino sono diversi i «luoghi del cinema», le
location, che entrano nell’immaginario collettivo come siti del
cinema calabrese: il Castello Aragonese di Le Castella, dove
Monicelli girò «L'armata Brancaleone», Il borgo di Palizzi de
"Il ragazzo di Calabria» o, in tempi più recenti, il paesaggio
rupestre dei paesi grecanici di «Corpo celeste» di Alice
Rohrwacher e le carbonaie di Serra San Bruno de «Le quattro
volte» di Michelangelo Frammartino.

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