Nuovo capitolo della saga ex Cinema Orso, in vista della decisione di merito attesa davanti al Tar fissata a metà dicembre. La Soprintendenza insiste nel ribadire la necessità di dichiarare l'interesse culturale e storico per il bene 'ribattendo' alla posizione espressa a luglio dal Consiglio di Stato
07 novembre 2023 12:13di GABRIELE RUBINO
La disputa per l'ex Cinema Orso si arricchisce di un nuovo elemento. Da un lato ci sono la Soprintendenza e il Comune di Catanzaro dall'altro il privato. I primi due viaggiano 'in convergenza', nel senso che la prima apponendo sul bene un vincolo di tutela di interesse culturale ha consentito a Palazzo De Nobili di deliberare la prelazione, prodromica al successivo recupero pubblico dell'ex Cinema Orso nel quartiere marinaro. La società privata, l'Accamedia srl, invece ritiene di aver regolarmente acquistato il bene all'asta. Due posizioni inconciliabili da cui è scaturita una complessa controversia amministrativa. Finora i pronunciamenti sono stati solo cautelari e dopo i primi favorevoli agli enti pubblici, a luglio il Consiglio di Stato (LEGGI QUI) ha ribaltato l'inerzia sospendendo il vincolo apposto dalla Soprintendenza e, di fatto, anticipando la decisione di merito (a favore del privato) che è attesa per metà dicembre.
LA SOPRINTENDENZA IN VISTA DELLA DECISIONE DI MERITO RIBADISCE LA NECESSITA' DI APPORRE IL VINCOLO PER INTERESSE CULTURALE - Nei giorni scorsi, tuttavia, è arrivata la novità. Con una missiva inviata all'avvocatura distrettuale dello Stato in vista dell'udienza davanti al Tar, la Soprintendenza ribadisce con estrema convinzione la sua convinzione: l'ex Cinema Orso è un bene "di interesse culturale quindi consente alla comunità di vedere rispettato il diritto di vivere in un ambiente tutelato dal punto di vista del rispetto dell’eredità storico-architettonica ed etnoantropologica della città, del suo senso e del suo significato che costituisce il carattere identitario unico e specifico di ogni ambito territoriale".
"IL CINEMA ORSO E' PARTE SOSTANZIALE DELL'EREDITA' STORICO-ARCHITETTONICA DI CATANZARO"- Per rafforzare questo assunto (di cui la Soprintendenza è stata sempre convinta), nel documento viene spiegato come debba essere inteso il termine 'rudere' in riferimento all'ex Cinema Orso. Non nel presente ma per la sua valenza storica. Spiegano ancora la soprintende Stefania Argenti e il tecnico Francesco Vonella: "non tanto per la consistenza espressa nella contemporaneità, ma per il suo passato, il suo vissuto, in quanto testimonianza di come una comunità si sia evoluta anche attraverso una forma di comunicazione veicolata dal cinematografo, da un luogo attraverso cui potersi riunire per apprendere ciò che nel mondo stesse accadendo, per conoscere mode e costumi e quindi è parte integrante della identità di questa comunità e delle generazioni future. Il Cinema Orso è quindi parte sostanziale di quella complessa eredità storico-architettonica ed etnoantropologica della Città di Catanzaro".
"MOLTI TEATRI E ANFITEATRI SONO RUDERI, MA SONO COMUNQUE DA TUTELARE"- Per la Soprintendenza Catanzaro-Crotone: "Un bene abbandonato e mai più riutilizzato subisce un processo di degrado molto lento che lo porterà ad essere un rudere, nella stessa maniera di un bene che ha subito danni accidentali da parte della natura, come può essere un’alluvione che porta alla distruzione totale o parziale del bene come nel caso del Cinema Orso". E ancora: "Molti sono gli esempi di utilizzazione di ruderi, come anfiteatri o teatri, che, pur snaturati a volte dall’inserimento di strutture invadenti, nulla tolgono al loro stato". Argenti e Vonella ricordano Cesare Brandi: “anche nel singolo frammento l’opera, in via ideale, sussiste in un tutto”. Una parte che sembra controbattere con quanto aveva stabilito il Consiglio di Stato che, sospendendo il vincolo, aveva affermato: "il fabbricato non sembra presentasse caratteristiche architettoniche di particolare pregio o ricercatezza, e che, ad ogni modo, all’attualità sopravvivono solo i muri perimetrali, in pessimo stato di conservazione".
PERCHE' E' NECESSARIO IL VINCOLO A TUTELA DELL'IDENTITA', DEI VALORI E DELLA MEMORIA DELLE ORIGINI DELLA CITTA'- La Soprintendenza precisa ancora che la libertà progettuale debba essere comunque "ispirata e condizionata dalla dichiarazione di interesse culturale che indica in che modo rispettare il diritto di tutti a fruire nel tempo del patrimonio storico-architettonico demoetnoantropologico e identitario del contesto urbano in cui si sono scritte importanti pagine di storia. In questo contesto, i vincoli rappresentano i presupposti della conservazione e della trasmissione del patrimonio edilizio storico e sono quindi da intendere come costituenti parte integrante dei diritti di cittadinanza, in quanto
finalizzati al rispetto del diritto dei cittadini a godere dell’identità, dei valori, della memoria delle origini della città".
LA MOSSA IN VISTA DELL'UDIENZA DI MERITO- Non è facile prevedere se queste argomentazioni riusciranno a far presa sui giudici amministrativi dopo le 'indicazioni' del Consiglio di Stato. Di certo, la Soprintendenza non sembra gettare la spugna, anzi insiste sulla tutela dell'ex cinema Orso. Da tutto ciò dipende anche il destino dell'azione del Comune, che appunto si basa sull'esistenza del vincolo senza cui non può azionare la prelazione. I margini di manovra non finirebbero certo su questo livello. Infatti, anche se la dovesse spuntare il privato occorre successivamente verificare la destinazione d'uso e prescelta e, soprattutto, la compatibilità della stessa con le regole urbanistiche. Ma questa è un'altra storia.
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