"Guidata da quasi un anno da una commissione prefettizia, a seguito delle inchieste della magistratura sulle infiltrazioni criminali, l’Asp di Catanzaro soffre anche un pesante buco finanziario a causa di decenni di cattiva gestione". E’ quanto afferma il circolo Alter di Catanzaro di Fratelli d'Italia.
"La principale risorsa su cui l’azienda sanitaria provinciale può e deve contare - prosegue il circolo - è quella del personale medico e sanitario, che soprattutto nel periodo dell’emergenza covid ha svolto la propria missione affrontando gravi rischi e pesanti sacrifici. Alla chiamata del dovere hanno risposto in migliaia, da inoccupati a sanitari in pensione. Ciò significa che chi lavora nel comparto sanitario lo fa per vocazione e non per il solo stipendio".
"Ciò non significa che si debba lavorare con contratti che non garantiscono le adeguate tutele e stipendi che non sono commisurati all’impegno e ai sacrifici del personale. Eppure - si legge ancora sulla nota del circolo - è quanto sta avvenendo per il personale del Suem 118, con il rischio di ripercussioni verso i cittadini che necessitano di cure di primo soccorso. È impensabile, nonostante ci sia carenza di personale al 118, che i contratti siano in convenzione e non come personale dipendente ASP. Questi contratti a tempo determinato, che si rinnovano ogni 6 mesi, giovano solo all'azienda, in quanto non danno diritto alle ferie pagate, alla maternità, alla malattia, al lavoro straordinario, alle notti, ai festivi pagati per tale. Tutto per l'azienda, nulla per gli operatori sanitari. Non è un caso, infatti - continua il circolo-, se ci si ritrova con postazioni del 118 demedicalizzate, proprio perché molti medici rifiutano questo tipo di incarico con questa tipologia di contratto".
"Ancor di più dopo che l'ASP, durante il periodo dell’emergenza, ha fatto recapitare una lettera ai medici del SUEM118 con cui venivano informati che non avrebbero più percepito l'indennità aggiuntiva ed avrebbero dovuto restituirla. Parliamo di poco più di 5 euro sul monte ore lavorativo previsto dal contratto collettivo nazionale e dall’accordo integrativo regionale del 2006. Lavorare anche con doppi turni per coprire la carenza di personale e cercare di non mandare al collasso uno dei settori principali della sanità calabrese viene ripagato con cinquecento euro in meno in busta paga ogni mese. Oltre al danno anche la beffa. Proprio perché - incalza Alter - in questi giorni una nuova lettera è arrivata a casa dei sanitari, a firma della responsabile al personale, con la quale si richiede la restituzione delle somme percepite quale indennità aggiuntiva. Richieste di restituzione che vanno da 20mila ad oltre 100mila euro, in proporzione agli anni di servizio".
"Un vero e proprio sopruso da parte dell'ASP - conclude il Circolo - verso i suoi convenzionati. Dovrebbe spiegare l’ASP dove questi lavoratori dovrebbero prendere i soldi da restituire e ci chiediamo se tutto questo sia utile a risanare quel 'buco nero' creato da chi ha gestito l’azienda sanitaria seduto su comode poltrone e non sui sedili duri e vecchi delle ambulanze. Noi siamo vicini agli operatori del Suem118".
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