Cisl dice no alla privatizzazione delle Poste "per un'azienda al servizio dei cittadini" 

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  18 maggio 2024 13:01

Nella giornata del 18 maggio 2024 si sono registrati, in tutto il Paese, numerosi presidi unitari di sensibilizzazione contro la privatizzazione di Poste Italiane.

In Calabria il presidio unitario si è tenuto davanti alla Prefettura di Catanzaro con un SIT-IN dei lavoratori postali per coinvolgere cittadinanza ed istituzioni in merito alle recenti decisioni del Governo di procedere ad una ulteriore privatizzazione di Poste Italiane, la più grande Azienda di servizi del nostro Paese, non solo per dimensioni e per capillarità sull’intero territorio nazionale, ma anche e soprattutto per la sua autentica funzione sociale che costituisce, da oltre 150 anni, un elemento fondamentale di garanzia e sviluppo all’interno del sistema Paese e delle relazioni che intercorrono tra Azienda, istituzioni e cittadini.

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“La recente decisione del Governo di voler cedere ulteriori quote di Poste- scrive in una nota il Segretario Regionale del SLP CISL Calabria, Bruna Breveglieri - desta enorme perplessità e preoccupazione in tutta la categoria, per diversi motivi. Non si comprendono le ragioni per cui lo Stato voglia privarsi di importanti quote di partecipazione di un’azienda in salute quale è Poste Italiane. Quest’ultima, infatti, è una delle aziende più redditizie del panorama italiano e produce utili di bilancio consistenti e consolidati nel tempo ed ogni anno, attraverso le quote azionarie detenute dal MEF, entrano nelle casse dello Stato importanti risorse economiche”

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Si ipotizza che tale operazione di “svendita” potrebbe portare nelle casse dello Stato introiti nell’ordine di max 3,5 mld di euro, una goccia nel mare del debito pubblico italiano, con benefici azzerati in pochi anni dalle mancate entrate future. “La preoccupazione – continua Breveglieri- è rivolta verso le pesantissime ripercussioni negative per i cittadini e per le fasce più deboli della popolazione, soprattutto nei piccoli comuni e nelle aree più in difficoltà del Paese. Il rischio è quello di veder pregiudicata la funzione sociale di Poste Italiane e, di conseguenza, privare i cittadini di servizi essenziali oggi forniti anche nei luoghi più remoti del Paese e nei quali, il più delle volte, Poste rappresenta l’unica presenza dello Stato sul territorio. Ripercussioni che in Calabria, dove troppo spesso diritti ed investimenti vengono dirottati altrove, potrebbero essere devastanti".

Senza parlare poi delle ricadute che potrebbero verificarsi in termini di qualità del servizio e di livelli occupazionali. Stupisce come la decisione del Governo di proseguire nella privatizzazione di Poste Italiane avvenga senza che nel Paese vi sia un reale e serio dibattito, poiché riteniamo che le decisioni politiche e di mercato che la riguardano coinvolgano inevitabilmente anche i cittadini e le loro tutele. Consegnare Poste Italiane in mano a gruppi immobiliari e fondi stranieri significa privare lo Stato di importanti entrate economiche future, consegnare in mani straniere il risparmio degli italiani ed esporre dati sensibili a rischi non prevedibili, privare i cittadini di servizi essenziali forniti anche nelle aree più remote del Paese e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro.

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