
di FILIPPO COPPOLETTA
Una vittoria sofferta, costruita con pazienza e maturità, che lascia in dote tre punti pesanti e diversi spunti di riflessione. Al termine della sedicesima giornata di Serie B, al “Ceravolo”, il tecnico del Catanzaro Alberto Aquilani ha analizzato la gara contro l’Avellino con la lucidità di chi sa guardare oltre il risultato, soffermandosi su ciò che ha funzionato e su ciò che può e deve essere migliorato.
Il successo, ha spiegato l’allenatore giallorosso, non era affatto scontato. La partita si è rivelata dura fin dall’inizio e nel primo tempo il Catanzaro, pur mantenendo il controllo, ha forse abbassato troppo i ritmi, risultando meno pericoloso di quanto avrebbe potuto. Secondo Aquilani, c’erano spazi e condizioni per incidere di più, ma la manovra è apparsa a tratti scolastica, con qualche appoggio lento di troppo che rischiava di concedere fiducia agli avversari. Errori tecnici apparentemente banali, ha sottolineato, possono trasformarsi in contropiedi pericolosi se non si mantiene intensità.
Proprio la capacità di crescere dalla distanza è però uno degli aspetti più positivi emersi dal match. Uscire meglio nei secondi 45 minuti è un segnale incoraggiante, sia dal punto di vista fisico sia mentale, perché dimostra che la squadra sta bene e continua a credere nel proprio gioco fino alla fine. In questo senso, Aquilani si è detto soddisfatto se le partite dovessero continuare a svilupparsi così, con il Catanzaro capace di reggere l’urto e colpire quando serve.
Ampio spazio, poi, alle valutazioni sui singoli. Tra i protagonisti di giornata c’è stato Cissè, autore di un gran gol e schierato in una posizione che il tecnico aveva in mente già da tempo. Aquilani vede in lui una mezzala di grande prospettiva, a patto che riesca a crescere nella fase difensiva e nella capacità di sacrificio. Qualche errore e un po’ di eccessiva testardaggine nel primo tempo non cancellano, secondo l’allenatore, il talento di un ragazzo di appena 18 anni che va accompagnato nel percorso di crescita, consapevoli dei margini importanti che ha ancora davanti.
Parole di apprezzamento anche per Petriccione, che nelle ultime gare sta alzando sensibilmente il livello delle sue prestazioni, garantendo geometrie, equilibrio e personalità in mezzo al campo. Un giocatore fondamentale per dare ordine alla manovra, chiamato ora a dare continuità. Così come Pontisso, elogiato per l’impatto sulla partita ma spronato a migliorare la tenuta fisica per restare incisivo per tutti i 90 minuti, perché la sua presenza è considerata troppo importante per perderlo nella fase finale dei match.
Nel complesso, Aquilani ha riconosciuto che, per volume di gioco e presenza in campo, il Catanzaro avrebbe potuto fare qualcosa in più. La gestione della palla resta un aspetto su cui lavorare, così come il controllo delle distanze, elementi fondamentali per far coesistere qualità e intensità. A una condizione, però, imprescindibile: tutti devono correre, sacrificarsi e lavorare anche senza palla, perché il calcio è equilibrio costante tra fase offensiva e fase difensiva. Da questo punto di vista, la prova contro l’Avellino è stata giudicata comunque positiva, senza dimenticare i complimenti agli avversari per la partita disputata.
Infine, alla domanda su un possibile cambio di prospettiva in classifica dopo una serie di risultati utili, Aquilani ha spento subito ogni entusiasmo eccessivo. L’obiettivo resta chiaro e prioritario: la salvezza. Bisogna procedere partita dopo partita, mettere punti e “mattoncini” in classifica, lavorare sulla crescita dei giovani e solo più avanti, tra marzo e aprile, capire dove potrà arrivare davvero questa squadra. La linea del tecnico romano è chiara: piedi per terra, testa bassa e pedalare.
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